A pochi metri dal Palazzo Reale della Granja de San Ildefonso, ma non situato in una delle strade più trafficate della città, si trova una delle attività commerciali più affascinanti del Sito Reale.
La sua facciata in legno rossastro attira l’attenzione del resto della strada, che indossa sfumature di grigio, ocra e persino rosa, ma non regge il confronto. Varcando la porta, la prima cosa che attira la tua attenzione è il bar circondato da scaffali pieni di libri. È stata la libreria Farinelli a scegliere un modello di business che unisce due attività diverse ma molto complementari tra loro.
Valentin Quevedo sorride dietro il bancone. Per dieci anni ha lavorato come libraio e cameriere nel locale e ora fa parte della libreria tanto quanto i libri. “Ero un avvocato e ho lasciato quella professione. A quel tempo Rafael Esteban, il titolare della Farinelli, mi offrì di gestire la libreria e io accettai. Fu allora che la vendita di libri e l’ospitalità furono riunite in un unico luogo. “È un paese fuorilegge, quindi penso che combinare le due attività funzioni.” Questa sinergia è una delle caratteristiche uniche dello spazio che non manca.
Sui suoi due piani si possono trovare libri grandi e piccoli, in vari colori, spessori e temi. “Non vogliamo competere con i grandi magazzini. Qui mi interessa avere un libro approfondito che abbia una lunga storia. Libri che potrebbero essere stati pubblicati anni fa ma lasciano un segno quando li leggi. In molte librerie quello che fanno è tirarne fuori di nuovi, ed è come al cinema, continui a cambiare film e finisci per lasciarti sfuggire quelli belli. E questa è la seconda caratteristica. Inoltre, oltre a prendersi cura della vista e del gusto, non trascurano nemmeno l’udito, perché si possono ascoltare diversi tesori della musica classica in tono amichevole. La combinazione di questi materiali lo rende un luogo “magico”, come lo chiamano i suoi clienti, che possono anche vederli giocare a scacchi in un angolo del locale; territorio che poco a poco è diventato punto di ritrovo di tanti genitori che competono con i propri figli.
Inoltre, ci sono attività svolte sul posto, come trasmissioni in diretta di concerti d’opera, presentazioni di libri, forum cinematografici o visione di corsi online. Ma una delle cose di cui Valentin è più orgoglioso è pubblicare libri. Titoli come ‘Toponomastica di Valsaín’ o ‘L’ascesa e la caduta della stella Farinelli raccontata da lui stesso’ sono stati pubblicati dalla libreria, mentre da evidenziare altri titoli come ‘Il giardino della Granja e le sue sculture decorative’ o ‘ Un miracolo idraulico’ sono stati uniti tra i due negozi di libri sulla Granja: Ícaro e Farinelli. “Sono molto orgoglioso degli sforzi che abbiamo compiuto perché la possibilità di scrivere o pubblicare libri relativi al Sito Reale è un modo per esprimere il nostro amore per questo luogo”, ha affermato.
Così, dopo 20 anni di esistenza, il locale si è modernizzato, ma senza perdere la sua essenza: diventare una libreria.
Perché il nome Farinelli?
Il nome della libreria non è un caso, in quanto si riferisce ai nove anni in cui il castrato italiano Carlo Maria Michelangelo Nicola Broschi, conosciuto con il soprannome Farinelli, visse nella Real Sede di San Ildefonso da quando, nel 1737, fu nominato musicista da camera. a Filippo V e Isabella de Farnese.
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