Da mesi si specula sullo stato di salute dell’intero settore bancario italiano. Uno dei principali problemi del settore bancario in quel paese, a parte l’impatto della crisi prolungata, è l’aumento dei prestiti in sofferenza.
Veneto Banca, Banca Popolare di Vicenza e Monte dei Paschi di Siena hanno chiesto aiuto al governo italiano prima che le banche fallissero. I primi due paesi hanno ricevuto riserve di liquidità per 4,8 miliardi di euro (124 miliardi di corone) e garanzie statali per 12 miliardi di euro (310 miliardi di corone).
Monte dei Paschi, che è la terza banca italiana più grande e la banca più antica del mondo, ha ricevuto un’iniezione di liquidità di oltre 6,6 miliardi di euro (quasi 171 miliardi di corone ceche).
Secondo la Bce Banca Carige dovrà compiere nuovi passi entro il 30 novembre per aumentare il proprio capitale fino al volume richiesto entro il 30 dicembre. La Banca Centrale Europea è disposta a prorogare la scadenza nel caso in cui avvenga una fusione con un’altra banca. Anche la banca centrale italiana sta esaminando attentamente la situazione. “Lo stiamo osservando con molta attenzione, questo è normale e come dovrebbe essere”, ha detto ai giornalisti il suo rappresentante, Carmelo Barbagallo.
Secondo gli analisti, gli sforzi per salvare le banche italiane hanno dimostrato l’inadeguatezza dei meccanismi di salvataggio europei esistenti. L’intero sistema bancario dell’Unione Europea potrebbe essere minacciato.
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