business intelligence e big data

La combinazione di strumenti di queste discipline può prevedere il comportamento dei consumatori e migliorare l’esperienza del cliente

Tutte le aziende, indipendentemente dalle dimensioni, lavorare con i dati. Alcuni ne sono più consapevoli, altri meno.

Coloro che sottovalutano l’importanza del conferimento dei dati, perdono preziose informazioni sui propri clienti, mercati e operazioni, perché non implementando la tecnologia nella gestione, aumentano senza dubbio il rischio di continuità aziendale.

Le aziende che applicano l’analisi dei dati alla propria attività beneficiano della possibilità di capire il passato per aggiustarlo, e quindi prevedere il futuro migliorando l’esperienza del cliente, il processo decisionale e l’efficienza nelle operazioni quotidiane.

Parlare di Big Data equivale a Business Intelligence?

La risposta a questa domanda è no. Grandi dati È un insieme di strumenti per acquisire, elaborare e archiviare grandi quantità di dati in modo che, in seguito con una soluzione di Business Intelligence, possiamo descrivere ciò che vediamo nei dati, capirlo e prendere decisioni basate su quei dati.

A questo punto, la business intelligence consiste sostanzialmente in: sfruttare tutti i dati per prendere decisioni migliori. Da un punto di vista aziendale, il primo passo per capirlo è adottare un Gestione delle relazioni con i clienti -o CRM per il suo acronimo in inglese-, che semplificherà le attività durante la gestione delle relazioni con i clienti: campagne di marketing, prospezione, opportunità di business e persino relazioni post-vendita.

Questo ci permetterà di vedere il cliente a 360 gradi.

Santiago Hutter, professore di Bachelor of Business Management presso ITBA

Strumenti per migliorare l’esperienza

Esistono diversi strumenti tecnologici che supportano il corretto utilizzo dei dati per la gestione aziendale.

Le soluzioni chiave includono, ad esempio, i sistemi ERP che sta per “Enterprise Resource Planning”, che aiuta ad automatizzare e gestire i processi in aree quali finanza, produzione, contabilità e fatturazione, catena di approvvigionamento, risorse umane e operazioni.

Un altro strumento molto utile è Gestione del patrimonio aziendale (EAM) -Gestione del patrimonio aziendale-; e il software MRP, che è un sistema di pianificazione e amministrazione per il controllo dell’inventario orientato alla produzione.

Tutto oggi combinato con una soluzione di Business Intelligence o Big Data è la chiave per aumentare la business intelligence.

Il paradigma è cambiato, oggi non solo descriviamo ciò che vediamo, ma possiamo anche prevedere cosa accadrà in termini di business. Ad esempio, con l’analisi cognitiva, con l’uso dell’intelligenza artificiale, possiamo prendere modelli attuali di dati strutturati e non strutturati e prevedere il comportamento dei nostri clienti.

Andare oltre quella previsione ci permette di migliorare l’esperienza del cliente prima di qualsiasi problema che possa sorgere e, a sua volta, offrire prodotti e soluzioni adatte ad essi.

*Santiago Hutter È professore di Bachelor of Business Management presso l’Istituto Tecnologico di Buenos Aires (ITBA).

Emiliano Brichese

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