coppia che mette “colla” sopra le banconote

Dal 2019, sui muri delle aree metropolitane e sulle finestre delle piccole città francesi, vengono incollati, lettera per lettera, messaggi tutti neri su sfondo bianco, che sfidano i passanti alla violenza di genere. Marie Perennès e Simon Depardon sono partiti per incontrare le giovani donne che, di notte, appongono questi slogan toccanti e austeri.

“Non abbiamo intenzione di ridurre il numero di omicidi femminili in Francia entro il 2022, ma vogliamo portare il nostro sassolino per sensibilizzare. » Marie Perennes

Dal loro tour di dieci città in Francia, la coppia ha scattato delle foto risposta femminista, presentato il 22 maggio al Festival di Cannes nell’ambito delle Sessioni Speciali. Un documentario, allegro e cupo, che ignora volontariamente le violente tensioni che hanno lacerato il movimento 2020 sulla questione dei transessuali. “I media parlano molto di discordia ma nella nostra esperienza e nei nostri incontri non è né dominante né essenziale”, confermò Marie Perennes.

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Foto specialista e curatrice presso la Fondazione Cartier, dove ha recentemente firmato una retrospettiva della fotografa messicana Graciela Iturbide dopo aver co-curato la mostra “We the trees”, Marie Perennès, 30 anni, ha linee militanti.

A giugno 2020, al termine del primo confinamento, la giovane donna taggata con il movimento #metoo ha trovato il primo collage ai piedi dell’edificio dove abitava la coppia, a 15 annie distretto di Parigi. Due giorni dopo, ha accompagnato diversi incollatori e ha apposto il suo primo messaggio, preso in prestito dalla scrittrice Virginie Despentes: “Il privilegio è avere la possibilità di pensarci o meno. Per strada non posso dimenticare che sono una donna”, tratto dalla sua lettera ad a “amico bianco”.

Superare la sindrome della frode

Il desiderio è stato presto costretto a dedicare un film a questi giovani attivisti contro il patriarcato. Un film che si considera femminista, militante e impegnato, non dà voce a nessun uomo. Un film per il cinema e non un documento per la TV, quindi “rimasto più in tempo”. In questo film, lo hanno immaginato come una donna e un uomo, la sua consorte, Simon Depardon, 31 anni. Coinvolge anche tutta la famiglia grazie alla determinazione della loro produttrice, Claudine Nougaret, che da venticinque anni condivide la vita del fotografo e documentarista Raymond Depardon, padre di Simon.

Per realizzare questo progetto, la giovane coppia ha dovuto superare i propri dubbi. “Sindrome della truffa”per Marie Perennes, che Risposta femminista è il primo tentativo dietro la telecamera. Quanto a Simon Depardon, ha dovuto accettare gli immancabili paragoni con Raymond, il vero maestro del cinema che ha documentato tutto, i francesi ovviamente, da ogni angolazione, gli indiani del Perù, il Biafra o anche Soweto… Da suo padre, giovane Simon ha ereditato gli occhi azzurri che sbiadiscono, brama di realtà, ossessione per il tono giusto: fare film a livello maschile o meglio in questo caso donna. Prepara un treppiede di notte quando la giuntatrice è occupata, quindi non farlo “non aggiungere emozione alla sofferenza”. Tieni la fotocamera sulla spalla per i movimenti di massa e le dimostrazioni, per catturare al meglio lo slancio della rivolta.

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Riccarda Fallaci

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