Draghi: Come è finita la guerra?

Mentre i combattimenti in Ucraina continuano, giovedì il primo ministro italiano Mario Draghi ha chiesto tregua immediatail giorno dopo che il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio ha presentato alle Nazioni Unite il piano in quattro punti del governo italiano per la pace in Ucraina.

Il piano di Draghi, che scopre quotidiano italiano la Repubblica,comprende quattro punti:

Tregua: smilitarizzazione in prima linea. Il primo passo, che è considerato il più difficile. Perché, per mettere a tacere le armi, i termini di un cessate il fuoco devono essere negoziati dopo la cessazione delle ostilità. Secondo i giornali italiani, non è realistico immaginare che un cessate il fuoco possa avvenire da solo. Pertanto, questa fase richiede meccanismi di monitoraggio e smilitarizzazione in prima linea, per discutere questioni aperte e preparare il terreno per una definitiva cessazione delle ostilità. Questa è stata la mossa più complicata, considerando la situazione sul campo di battaglia. Ma è anche un passo importante che può, quando sarà il momento, fare spazio alla pace.

Negoziazione multilaterale e neutralità. Il passo successivo riguarda il futuro status internazionale dell’Ucraina. Il piano italiano parla della possibilità di uno Stato neutrale, che sarà garantito da garanzie politiche internazionali. Un forum in cui si può discutere di neutralità potrebbe essere una Conferenza di pace. Secondo il piano di Draghi, per la protezione dell’Ucraina, il presupposto è che questo regime sia pienamente compatibile con l’intenzione del Paese di entrare a far parte dell’Unione Europea. Questo aspetto del piano italiano è molto importante, poiché l’adesione all’UE implica impegno e richiede procedure dispendiose in termini di tempo che devono essere modellate dalla natura “straordinaria” dell’eventuale ingresso dell’Ucraina.

Trattato russo-ucraino sulle questioni territoriali. Il terzo punto, il più “caldo” dal punto di vista diplomatico, riguarda il raggiungimento di accordi bilaterali tra Russia e Ucraina su questioni territoriali, sempre attraverso la mediazione internazionale. La Crimea e il Donbass sono chiaramente la questione centrale. Il piano italiano prevede essenzialmente la piena autonomia sui territori contesi e la gestione autonoma delle questioni di sicurezza. L’ombrello di tali accordi dovrebbe includere la risoluzione di molte questioni importanti, come i confini internazionalmente riconosciuti, il controllo territoriale, le leggi e le costituzioni regionali e le misure di autogoverno politico. L’ultimo capitolo tratta temi delicati come i diritti linguistici e culturali, la libera circolazione delle persone, delle merci, dei capitali e dei servizi e la conservazione del patrimonio storico.

Un nuovo capitolo per l’Europa. La quarta fase del piano italiano prevede un nuovo accordo multilaterale sulla pace e la sicurezza in Europa, sotto gli auspici dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) e della Politica europea di vicinato (ENP). In sostanza, il piano propone una riorganizzazione degli equilibri internazionali, a partire dalle relazioni dell’Ue con la Russia. In questo contesto verranno presentate le priorità: stabilità strategica, disarmo e controllo degli armamenti, prevenzione dei conflitti e misure di rafforzamento della fiducia. Inoltre, è stato definito un aspetto critico del dopoguerra che è anche una questione importante della mediazione internazionale: il ritiro delle truppe russe dai territori occupati. Lo scopo del piano italiano è – almeno – di riportare la regione allo status quo prima del 24 febbraio 2022, data dell’invasione russa. Il ritiro dovrebbe essere graduale.

Il piano di Draghi è stato presentato mercoledì da Di Mayo alle Nazioni Unite e trasmesso alle missioni diplomatiche del G7. Come ogni piano, la proposta di Mario Draghi richiede la costruzione del consenso e altre condizioni che non sembrano esistere in questo momento, in un momento in cui la guerra sta entrando in una nuova fase pericolosa. Ma è una tabella di marcia seria.

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Alberta Trevisan

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