Gli autori di crimini di guerra “saranno chiamati a rispondere”, avverte il G7

Gli autori dei crimini di guerra commessi in Ucraina, dove i soldati russi sono accusati di aver bombardato i civili, saranno “responsabili” davanti a un tribunale internazionale, hanno avvertito giovedì i ministri degli Esteri del G7 in una dichiarazione congiunta.

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I capi della diplomazia del gruppo presieduto quest’anno dalla Germania “accolgono con favore il lavoro investigativo e di raccolta delle prove in corso, anche da parte dei pubblici ministeri della Corte penale internazionale” in Ucraina.

“Coloro che hanno commesso crimini di guerra, compreso l’uso indiscriminato di armi contro i civili, saranno ritenuti responsabili”, hanno affermato in una nota i ministri di Germania, Francia, Italia, America, Giappone, Canada e Italia.

I pubblici ministeri della Corte penale internazionale (CPI), che stanno indagando sulle accuse di crimini di guerra in Ucraina, hanno visitato il Paese mercoledì e hanno parlato in videoconferenza con il presidente ucraino Volodomyr Zelensky.

I pubblici ministeri hanno aperto un’indagine sulla situazione in Ucraina il 3 marzo, dopo aver ricevuto il via libera da più di 40 paesi aderenti alla CPI.

La CPI, con sede all’Aia, è stata creata nel 2002 per processare persone accusate in particolare di crimini di guerra, crimini contro l’umanità o atti di genocidio.

Inoltre, la Corte internazionale di giustizia (ICJ), che ha sede come la CPI all’Aia ed è responsabile della risoluzione delle controversie tra gli Stati, mercoledì ha ordinato l’immediata sospensione degli attacchi della Russia contro l’Ucraina.

I ministri del G7 hanno invitato la Russia a “ubbidire” a questo ordine dell’ICJ, la massima corte delle Nazioni Unite.

La Russia, che afferma che sta conducendo un intervento militare per porre fine a un “genocidio” contro i separatisti filo-russi nell’Ucraina orientale, giovedì ha respinto la decisione.

Le sentenze della CIG sono vincolanti e senza appello, ma la corte, che basa le sue conclusioni principalmente su trattati e convenzioni, non ha i mezzi per farle rispettare.

“Finora la Russia ha finto di rispettare il diritto internazionale. Se non accetti di dare seguito a questa ordinanza, è chiaramente al di fuori del diritto internazionale e senza controversie”, ha sottolineato la fonte diplomatica francese.

La Francia, da parte sua, si è detta pronta a “intervenire” con l’Ucraina nel processo della Corte di giustizia internazionale mentre l’Ucraina esamina i meriti dell’intervento militare russo e le presunte violazioni del diritto internazionale da parte di Mosca.

“Questo caso è anche nel nostro interesse fondamentale per il pieno rispetto del diritto internazionale”, ha affermato la portavoce diplomatica francese Anne-Claire Legendre.

Tale intervento statale, consentito dalla legge dell’ICJ, rimane raro. Secondo fonti diplomatiche francesi, altri paesi del G7 ed europei potrebbero unirsi alla Francia in questo processo. “Lo faremo insieme”, ha aggiunto la stessa fonte.

L’esame dei meriti di questo conflitto tra Russia e Ucraina richiederà “almeno due anni”, afferma la stessa fonte. Gli interventi in paesi terzi possono rafforzare la posizione giuridica delle parti che lo fanno.

Riccarda Fallaci

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