Fine del 19Voi e l’inizio del 20eh H. è stato caratterizzato da massicci cambiamenti nelle relazioni politiche, economiche e militari internazionali, che hanno fortemente influenzato gli equilibri di potere globali, ribaltando le percezioni esistenti e imponendo nuove condizioni. Nella penisola balcanica questo periodo è stato caratterizzato da rapidi cambiamenti, che hanno interessato più o meno tutti gli stati della regione. È visibile la rinascita della questione orientale, vale a dire il caso della divisione del territorio del decadente Impero Ottomano. Gli stati balcanici parteciparono insieme alle grandi potenze dell’epoca alla competizione per rivendicare il territorio ottomano.
Diversi fattori contribuirono alla formazione dell’Alleanza Balcanica nel 1912, che rese possibile il riavvicinamento dei paesi balcanici. Inizialmente, la politica di turchificazione, attuata dai Giovani Turchi a spese dei cristiani, distrusse ogni speranza nell’evoluzione dell’Impero Ottomano in uno stato cosmopolita. Inoltre, dopo il riavvicinamento anglo-russo del 1907, sorsero dubbi britannici riguardo alla dissoluzione dell’Impero Ottomano, che fino ad allora aveva invertito la politica di Londra. Un altro fattore fu la sconfitta dell’Impero Ottomano nella guerra con l’Italia (1911-1912). Nel tentativo di costringere la Sublime Porta ad accettare l’annessione di Tripoli e della Cirenaica, l’Italia occupò nel maggio 1912 il Dodecaneso, che mantenne fino al 1947. L’Impero Ottomano dimostrò chiaramente la sua incapacità di difendere il proprio territorio.
La rivolta albanese del 1910-1911 fu un fattore determinante nella formazione dell’Alleanza balcanica. La rivolta mobilitò i leader degli stati balcanici, che non volevano che i territori da loro rivendicati (Grecia-Epiro, Serbia-Kosovo e Montenegro-Scutari) fossero inclusi nel futuro stato albanese. Infine, la riattivazione della Russia nei Balcani dopo la sconfitta nella guerra russo-giapponese (1904-1905) giocò un ruolo importante.
Sotto l’influenza di questi fattori, i paesi balcanici nel 1912 iniziarono a studiare la possibilità di risolvere il problema orientale attraverso la guerra. Dal 1910 tra il governo serbo e quello bulgaro iniziarono negoziati segreti sulla base delle proposte russe per la spartizione della Macedonia. I due paesi raggiunsero un accordo nel febbraio/marzo 1912. Il Trattato di amicizia e alleanza serbo-bulgaro regolava la divisione dei territori nei Balcani e nominava lo zar russo come arbitro per risolvere le controversie che sorgevano.
Il primo ministro greco Eleftherios Venizelos ha previsto che la Grecia non dovrebbe essere assente dalla nascente Alleanza balcanica. La Bulgaria e la Serbia sembravano determinate a dichiarare guerra all’Impero Ottomano senza la Grecia. In tal caso, i confini greci sarebbero fissati ad Aliakmons e il territorio per il quale l’ellenismo aveva combattuto negli anni precedenti (1904-1908), la Macedonia, cadrebbe nelle mani della Bulgaria o della Serbia. Nonostante molte questioni irrisolte nelle relazioni greco-bulgare, Venizelos ha contattato la Bulgaria e in maggio ha firmato un accordo di carattere difensivo. L’accordo greco-bulgaro non toccava la divisione territoriale della Macedonia. Venizelos ritiene che il dibattito territoriale metterà in luce le grandi differenze tra le due parti, rendendo impossibile raggiungere un accordo.
La parte bulgara era pervasa dallo spirito egemonico nei Balcani. Gli ufficiali bulgari sottovalutarono il potenziale di combattimento dell’esercito greco, facendo affidamento solo sull’aiuto della flotta. Credevano che l’esercito greco non sarebbe riuscito a rompere le posizioni difensive ottomane in Tessaglia. Per quanto riguarda i futuri benefici greci, la leadership bulgara credeva che la resa di Creta e di diverse isole dell’Egeo sarebbe stata sufficiente per soddisfare le loro aspirazioni.
Alla fine dell’agosto 1912 la Bulgaria di Ferdinando decise di dichiarare guerra all’Impero Ottomano. Ben presto fece pace con il Montenegro per la sua partecipazione alla guerra. Allo stesso tempo, la Serbia sotto il primo ministro Nikola Pasic ha deciso di partecipare alla guerra contro l’Impero Ottomano. Il 17 e 30 settembre Sofia, Belgrado e Atene hanno annunciato la coscrizione generale. Il 24 settembre/8 ottobre il Montenegro interruppe le relazioni diplomatiche con la Porta e pochi giorni dopo, il 27 settembre/10 ottobre, il sovrano del paese, Nicola, dichiarò guerra.
La mediazione delle Grandi Potenze fu infruttuosa. La sera del 3Lui/16Lui October Gate richiama i suoi ambasciatori da Sofia e Belgrado. Il giorno successivo, Bulgaria e Serbia dichiararono guerra all’Impero Ottomano. Il tentativo di Gate di separare la Grecia dall’Alleanza balcanica, cedendole Creta, fallì. Il 5 ottobre la Grecia dichiarò a sua volta guerra all’Impero Ottomano. “La Grecia, armata dei suoi alleati, ispirata da questi sentimenti e vincolata da obblighi reciproci, ha condotto una santa lotta per la giustizia e la libertà dei popoli oppressi dell’Est”, ha detto, tra gli altri, il re Giorgio I nel suo discorso alla Grecia. persona.
Le guerre balcaniche sono viste come una continuazione delle guerre Sangatesiane, che non ebbero luogo fino al 1821. La Grecia espanse il suo territorio incorporando la Macedonia, l’Epiro, Creta e le isole dell’Egeo orientale. Con il Trattato di Bucarest (28 luglio/10 agosto) la Grecia ha ratificato la propria sovranità su questo territorio.
Editor di colonne: Myrto Katsigera, Vassilis Minakakis, Antigone-Despina Poimenidou, Athanasios Syroplakis
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