Era atterrato a Pechino dalla mattina Kyriakos Mitsotakisnon da solo, ma con un gruppo Christos Staikouras e il suo Costas Fragogiannis, ognuno dei quali ha il proprio programma nella capitale cinese. Questo viaggio, come vi ho scritto puntualmente, è programmato da tempo, quindi Mitsotaki quattro a quattro con il presidente Xi Jinping e colleghi Li Chiang. L’agenda, come potete immaginare, è molto fitta. Perché, a parte gli sviluppi internazionali e i problemi regionali, la cooperazione economica tra Grecia e Cina continua a crescere. Non è un caso che la visita dei vertici governativi sia stata scelta proprio in questo periodo, in concomitanza con l’apertura della fiera commerciale internazionale “China International Import Expo” a Shanghai alla quale parteciperanno 20 aziende greche. Il piano originale era che il Primo Ministro avrebbe visitato la mostra, ma a causa dei fitti impegni e sviluppi, avrebbe… lasciato la mostra. Staicura ed esso Fragogiannis lì e lui stesso sarebbe tornato ad Atene dopo i suoi incontri con i leader politici cinesi.
Accordo per 250 autobus
E poiché alcuni curiosi potrebbero chiedersi perché proprio il Ministro dei Trasporti dovrebbe andare in Cina, lasciate che vi parli di questo: Staikoura visiteremo la società Yutong International Holding, che ha fornito i 250 autobus elettrici che abbiamo ordinato per la flotta di OASA e OASTH (in realtà necessitano di aggiornamento) insieme ai relativi caricabatterie. Il contratto è stato firmato all’inizio del mese scorso.
Cambiamenti al Pireo
Intanto circolavano voci secondo cui, al ritorno dalla Cina, Mr Mitsotaki presenterà una sostituzione Pavlos Marinakis. Non da rappresentanti del governo, certamente da segretari di partito. Ho sentito che il suo caro collega (Yannis Bratakos, Thanasis Nezis ecc.) ha preparato la spedizione. E una deputata donna è ammissibile. Vediamo.
Hamas tra questi
Il sangue ha imperversato per sempre ieri in Parlamento. E in mezzo a tutto ciò c’è anche il conflitto a Gaza. L’inizio è stato fatto da Famoso Socrate, sostenendo che la Grecia dovrebbe sostenere con tutte le sue forze l’iniziativa delle Nazioni Unite per un cessate il fuoco immediato. E poi afferrò la sua bacchetta Nikos Androulakis, ha criticato il governo per la sua decisione di astenersi dalla relativa risoluzione. Tuttavia, il presidente del PASOK ha fatto anche un riferimento storico alquanto controverso – per la maggior parte dei partecipanti. Ha ricordato la sua iniziativa Andrea Papandreu con il leader palestinese dell’epoca, Yasser Arafat. QUELLO Mitsotaki così ha approfittato dell’occasione e abbiamo rilanciato la partita Papandreu – Mitsotaki decenni dopo, attraverso discendenti, fisici e politici. Con il Primo Ministro che ha risposto dicendo proprio questo Papandreu “La Grecia è l’unico paese che non ha riconosciuto ufficialmente lo Stato di Israele”, cosa che ha fatto in seguito Kostantinou Mitsotakis nell’aprile 1990.
Suono per il timer
Come se la distruzione generale non bastasse, ieri ha deciso – invano, ma con insistenza – Kostas Tassoulas per colpirlo Fama ed esso Androulaki che non hanno seguito i tempi del loro discorso e sono usciti dall’argomento del dibattito. Cosa che – da noi, signor Presidente – fanno quasi tutti in continuazione. La cosa interessante è questa Mitsotaki, un po’ arrabbiato, li chiamò fuori per lo stesso motivo. “Non è ‘bon pour l’orient’ qui”, ha detto in modo caratteristico Androulaki, “al Parlamento europeo non si fanno queste cose. Ti riducono il tempo a un minuto o tre.” Il nuovo mese entra con una buona atmosfera e un umore gentile…
21 “soldati” di Casa Pound.
Probabilmente vedrai che EL.AS. ieri sono proseguite decine di catture e importazioni di carpe e specie affini, locali e importate. Leggerete il relativo resoconto a pagina 37. Ma con gli arresti effettuati all’aeroporto Eleftherios Venizelos di noi siamo diventati argomento di conversazione anche in Italia. Perché i 21 “gemelli” italiani arrestati dalla Polizia – in forma, vestiti di nero e tutti con lo stesso taglio di capelli, come “soldatini” – erano membri dell’organizzazione neofascista italiana Casa Pound, che per diversi anni fu anche una partecipando alle elezioni locali e nazionali e rispondendo all’appello di Alba Dorata. E, naturalmente, dopo l’arresto, si lasciano prendere dalla sensibilità democratica e si lamentano della violazione dei loro diritti, e così via.
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