Le campane della corruzione in Romania – Nuovo schiaffo da Belgio e Italia

Shutterstock

Le due nuove decisioni dei tribunali di Italia e Belgio derivano da mandati di cattura emessi dalla Romania, uno degli Stati membri dell’UE con più corruzione nella magistratura, secondo Transparency International.

Nelle loro sentenze, i tribunali italiani e belgi si sono rifiutati di eseguire mandati d’arresto europei emessi dalle autorità rumene, chiedendone l’estradizione in Romania, con i giudici che hanno parlato del rischio di violazione dei loro diritti e della situazione che ricorda le recenti avventure. dall’uomo d’affari israeliano Benny Steinmetz.

All’inizio di dicembre, durante la sua visita in Grecia, le autorità greche avevano arrestato l’uomo d’affari perché lo attendeva un mandato d’arresto dell’Interpol. Steinmetz è stato infine assolto in seguito alla rimozione del “avviso rosso” emesso su richiesta delle autorità rumene, con l’Interpol che ha successivamente pubblicato un rapporto particolarmente duro sullo stato della giustizia in Romania.

Cita prove che le convinzioni di Steinmetz erano motivate politicamente e che i suoi diritti di difesa erano stati violati.

Un quadro simile vale per il caso di una donna che è stata recentemente citata in giudizio nella città belga di Leuven, così come per un caso simile davanti alla Corte d’Appello di Bologna in Italia. In entrambi i casi, il tribunale ha rifiutato di estradare le persone ricercate in Romania.

Quanto sopra può essere aggiunto a una serie di sentenze contro le “fabbriche” dei mandati d’arresto dei tribunali europei che operano da tempo in Romania. È caratteristico che nel solo 2019 il Paese abbia emesso 1.373 di tali warrant, una performance che lo colloca al secondo posto tra gli Stati membri dell’UE.

Il caso Ignatenko e i diritti umani

Un caso tipico è quello del Belgio, che coinvolge Nela Ignatenko, accusata dalle autorità rumene di corruzione e riciclaggio di denaro con l’emissione di un mandato europeo contro di lei. Un tribunale belga, dopo aver ripetutamente chiesto informazioni alle autorità rumene, ha ritenuto infondata la richiesta di Ignatenko, infliggendo un altro colpo al tribunale rumeno.

Secondo il tribunale di Leuven, il motivo del rifiuto di eseguire il mandato si basava su informazioni obiettive, affidabili e accurate, poiché esisteva il rischio di trattamento della persona ricercata in Romania e di violazione del suo diritto a un processo equo. .viola la Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU).

La stessa sentenza sottolinea l’incapacità delle autorità rumene di fornire informazioni chiare su una serie di questioni relative al rispetto dei diritti di Ignatenko, con la conclusione del tribunale che contro la sentenza sono pendenti varie vie di ricorso.

Carcere in celle inferiori a 3 mq

Nel caso della Corte d’Appello di Bologna, la richiesta del ricercato in Romania è stata respinta (causa n. 10003/2022 – 24/01/2022), in quanto le sue condizioni di vita nelle carceri rumene erano inaccettabili. Sebbene la Romania sia un membro dell’UE, si dice che le condizioni carcerarie ricordino scene del “Midnight Express”.

In un chiarimento inviato dalle autorità statali ai tribunali italiani, hanno riconosciuto che il ricercato sconterà la pena in una cella di meno di… 3 metri quadrati, in violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU).

Caso Savulescu

Un altro caso che si è discusso di recente è quello dell’attore e uomo d’affari Dragos Savulescu, contro il quale le autorità rumene hanno anche emesso un mandato europeo.

Savulescu è in Italia, dove l’Alta Corte di Napoli ha respinto la sua richiesta di estradizione. Tuttavia, nel nostro Paese c’è stata una risposta simile da parte della Giustizia, quando lo scorso agosto Savulescu ei suoi colleghi erano a Mykonos per una vacanza. Sulla base di un vecchio mandato emesso dalla Romania, la polizia greca lo ha arrestato, ma il Consiglio d’Appello dell’Egeo dell’Alta Corte dell’Egeo si è pronunciato contro la sua richiesta di estradizione in Romania.

Nei primi 3 stati più corrotti

L’unica cosa certa è che i tribunali belga e italiana suonano ancora una volta il campanello per il rispetto dei diritti umani nell’ex Paese comunista, che è tra i tre Paesi più corrotti dell’Unione Europea. (Rapporto sulla trasparenza internazionale 2021).

È interessante notare che nel 2019, a seguito delle enormi pressioni delle istituzioni europee in Romania per il rispetto da parte del paese dell’amministrazione della giustizia, è stata presentata una relazione su un caso di corruzione al Consiglio superiore della magistratura del paese.

La sessione plenaria del Consiglio superiore della magistratura, dopo aver esaminato la relazione, è giunta a una conclusione che è stata un riconoscimento diretto della sconfitta dello Stato di diritto. Secondo la Suprema Corte, tra l’altro, sussistono seri dubbi sull’imparzialità del pubblico ministero nello svolgimento del processo penale.

È stato riferito che oltre 1.900 giudici rumeni sono stati presi di mira dalla Direzione nazionale anticorruzione per fare pressione su di loro e manipolare la magistratura.

Conclusione La Corte Suprema descrive un meccanismo ben progettato, che guida sostanzialmente il corso del processo giudiziario, che mira a rovesciare l’indipendenza di giudici e pubblici ministeri e privare le parti del diritto a un processo equo.

Va notato che, sebbene il Consiglio superiore della magistratura rumena abbia adottato il rapporto il 15/10/2019, è stato finalmente pubblicato solo poche settimane fa, nonostante i tentativi di rimanere poco chiari.

Alberta Trevisan

"Analista certificato. Esploratore a misura di hipster. Amante della birra. Pioniere estremo del web. Troublemaker."

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *