In un contesto di crescenti disordini politici, Marta Lucía Ramírez, ex vicepresidente ed ex cancelliera del governo dell’ex presidente Ivan Duque Márquez, ha recentemente rilasciato una dichiarazione ufficiale in cui si difende dalle accuse di corruzione rivolte contro di lei.
Si tratta dell’ultimo capitolo di una serie di eventi che hanno coinvolto la politica colombiana e il settore dell’aviazione militare italiana in un triste scandalo.
Al centro della tempesta di accuse c’è un accordo per la vendita di navi da guerra e aerei alla Colombia, che secondo fonti coinvolgerebbe due importanti aziende italiane. Nel caso sono implicate Marta Lucía Ramírez, che ricopre un incarico importante nel governo Duque, insieme all’ex primo ministro italiano Massimo D’Alema, sulla cui partecipazione indaga anche la Procura di Napoli. La cifra in questione riguardante la presunta rete di corruzione arriva a 80 milioni di euro.
“Non dovrebbe esserci alcuna indagine contro di me”, ha detto Ramírez nel suo comunicato ufficiale, esponendo la sua posizione e difendendosi dalle accuse.
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Secondo l’ex vicepresidente, durante la sua permanenza nel governo Duque, il suo ruolo non includeva responsabilità o competenze relative all’acquisizione di aerei o attrezzature militari. Pertanto, ha negato di aver mai preso parte ad una riunione o ad un incontro con un’azienda del settore della sicurezza che era compito del Ministero della Difesa.
Nella sua dichiarazione, Ramírez ha sottolineato che l’allora ministro della Difesa, Diego Molano, negava che ci fossero trattative o contratti per l’acquisto di aerei da caccia con aziende italiane.
Riguardo alle affermazioni secondo cui D’Alema avrebbe tentato di stabilire contatti per proporre la vendita dell’aereo al governo colombiano, Ramírez ha categoricamente affermato che la proposta non si è mai concretizzata.
“Se c’era qualche intenzione da parte del signor D’Alema, allora quell’interesse è stato contrastato e non l’ho mai incontrato”, ha detto Ramírez, alludendo al fatto di non conoscere D’Alema né i suoi presunti complici coinvolti nella vicenda. caso. lo scandalo.
Lo scandalo ha suscitato scalpore in Colombia e altrove, e alcuni hanno criticato la risposta di Ramírez come difensiva. Tuttavia, ha sottolineato che non esiste alcuna base per un’indagine formale contro di lui e ha accusato alcuni settori di cercare di fornire informazioni errate.
Secondo Ramírez, “qualsiasi accusa di corruzione che abbia prove o indizi sufficienti dovrebbe essere indagata in ogni momento”, e ha sostenuto una giustizia imparziale, indipendentemente dalla posizione ricoperta dalla persona associata al presunto crimine.
Ramírez ha concluso il suo intervento sottolineando che nella sua vita pubblica o privata non verranno scoperti fatti o azioni oscure e illegali. Ha criticato i media per aver esagerato nel riportare le accuse, senza, ha detto, condurre un’indagine o consultare la loro versione dei fatti.
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