L’Italia offre mille truppe alla Nato prima dell’attacco della Russia all’Ucraina

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi. / effe

Il Vaticano chiede a Putin di dimettersi per salvare il mondo dalla “follia e dall’orrore della guerra”

Alle sette di questo giovedì pomeriggio, il Colosseo di Roma si colora di blu e giallo, i colori della bandiera ucraina, in segno di solidarietà dell’Italia a questo Paese di fronte all’attacco russo che sta subendo sin dalle prime ore del mattino. . Questo gesto è arrivato dopo che il Presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, ha dichiarato che quanto sta accadendo in questo Paese dell’Est europeo “ci coinvolge tutti”, perché sono in gioco la nostra “libertà” e la nostra “democrazia”. Draghi ha esortato il presidente russo Vladimir Putin a porre fine immediatamente a questo “bagno di sangue” e ha accettato di imporre “sanzioni molto dure” al regime di Mosca.

L’Italia ha ora 400 soldati in Lettonia nell’ambito della missione Nato, a cui potrebbero aggiungerne altri mille da schierare in Ungheria e Bulgaria. Questa è la disponibilità iniziale che il governo di Roma ha offerto alla Nato nelle ultime settimane, secondo i media locali. Fino a quando non sarà confermata l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca, l’Italia non vuole usare un tono troppo duro nei confronti di Putin, in gran parte a causa della sua forte dipendenza dal gas russo, che lo scorso anno ha soddisfatto il suo fabbisogno per il 43%. . Anche la Lega, uno dei partiti che fa parte della coalizione che sostiene l’Esecutivo di Draghi, ha storicamente mantenuto stretti legami con il regime russo.

Anche l’offensiva militare ordinata da Mosca in Ucraina ha suscitato una reazione da parte del Vaticano. Il Segretario di Stato della Santa Sede, il cardinale Pietro Parolin, ha espresso la speranza che la Russia faccia un passo indietro per salvare il mondo “dalla follia e dall’orrore della guerra”. La gerarchia vaticana ‘numero due’ chiede ai cattolici di partecipare alla giornata di preghiera e digiuno per la pace in Ucraina che si svolgerà il 2 marzo, mercoledì delle ceneri.

Soldati russi, alle porte di kiev

Mercoledì scorso, durante la celebrazione dell’udienza generale, il Papa aveva espresso la sua preoccupazione per la crisi ucraina e invitato i “responsabili politici” a compiere un “serio esame di coscienza davanti a Dio”. Ha inoltre esortato a non intraprendere azioni che potrebbero causare “più sofferenza alla popolazione, interrompere la convivenza tra paesi e screditare il diritto internazionale”.

Gerardo Consoli

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