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Paura di un altro lockdown
Un incendio nel tunnel nel 1999 ne causò la chiusura per tre anni e danneggiò l’attività commerciale e turistica. Il timore di un nuovo lockdown si è diffuso nella classe politica valdostana, in particolare nella presidenza della Regione. Per mettere fine a questi timori ricorrenti, è allo studio un secondo sfondamento del tunnel, che consentirebbe di mantenere la circolazione stradale mentre il cantiere è in corso.
“Nel 2018 abbiamo superato la cifra di 2.000 veicoli pesanti al giorno nel tunnel, il secondo tubo farà esplodere il traffico con tutte le conseguenze che potete immaginare per l’ambiente e la salute della popolazione”, ha protestato Eric Fournier. Questo ci ricorda che, nella regione italiana, c’è meno inquinamento grazie alla topografia meno isolata. “Condizioneremo la nostra associazione all’attuazione del piano di tutela dell’aria per la valle dell’Arve presentato recentemente dal prefetto dell’Alta Savoia come sfida ferma e decisa dello Stato francese alla volontà italiana di raddoppiare i tunnel”, ha avvertito il consiglio comunale membri.
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Quest’estate Nicolas Hulot, allora ministro della Transizione ecologica, ha dato assicurazioni in questa direzione. Eric Fournier si aspetta che François de Rugy, che sostituisce il dimissionario, dimostri la stessa determinazione davanti alle autorità italiane.
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