ZEE di Cipro: l’Italia invia navi da guerra accanto alla piattaforma di perforazione dell’ENI

La nave italiana Mimbelli (foto, in alto e in basso, via Twitter) è stata vista navigare vicino alla nave di trivellazione dell’ENI nel lotto 6 (mappa, in basso) della zona economica esclusiva di Cipro, secondo la marina italiana.

“Per tutelare gli interessi nazionali”

In un post su Twitter si legge che “la nave Mimbelli ha partecipato all’operazione Safe Mediterranean per tutelare gli interessi nazionali, nei pressi della piattaforma di perforazione Tungsten Explorer dell’ENI, che ha recentemente scoperto un giacimento di gas naturale presso l’obiettivo Cronos-1, a circa 90 miglia al largo delle coste di Cipro” .

Il Ministero dell’Energia della Repubblica di Cipro ha recentemente annunciato che le operazioni di perforazione a Cronos-1, all’interno del blocco 6 della ZEE cipriota, sono state completate con successo e in sicurezza, con una quantità di gas naturale nel giacimento scoperto stimata in 2,5 trilioni di metri cubi . piedi (Tcf).

In teoria, la quantità di gas naturale che si stima si trovi nelle profondità di Saturno è sufficiente a soddisfare il fabbisogno di carburante delle attuali centrali elettriche di Cipro per 60-70 anni, e quasi il doppio di tale periodo, il giacimento di Afrodite potrebbe soddisfare le esigenze di energia. impianti.

Salpò da Costantinopoli

È stato inoltre annunciato che la Tungsten Explorer era stata spostata sul bersaglio Zeus-1, per nuove perforazioni esplorative nel Blocco 6.

Secondo un precedente post della Marina italiana, la Mimbelli ha recentemente attraccato a Istanbul, dove ha salpato la settimana scorsa.

Incidente nel 2018

Nel febbraio 2018, navi da guerra turche avevano impedito alla piattaforma di perforazione “Saipem 12000” di navigare verso il blocco 3 della zona economica esclusiva di Cipro, per effettuare perforazioni nell’obiettivo “Supia” per conto della società italiana ENI.

Il Blocco 3 si trova nel sud-est, tra Cipro e il Libano (mappa sotto).

Mentre la piattaforma di perforazione navigava al largo della costa sud-orientale di Cipro, nella zona di Capo Greco, la marina turca le ha chiesto di partire, sostenendo che la piattaforma si trovava in acque territoriali straniere.

Fonti del governo cipriota hanno affermato che le azioni della Turchia rientrano nella consueta pratica di provocazione di Ankara, ma in questo caso ad un livello più intenso.

I rapporti dell’epoca affermavano che, a seguito dell’interruzione, la piattaforma ENI aveva ricevuto ordine da Roma di interrompere temporaneamente la rotta verso il sito di perforazione.

Alberta Trevisan

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