Prospettive per la zona euro, Italia e Grecia – Posta economica

Con il suo continuo aumento inflazione e guerra in Ucrainal’economia globale si trova ad affrontare rischi significativi, a seguito di una timida ripresa nel 2021.

Le previsioni di inflazione globale sono state riviste al rialzo come prezzi cibo e lui energia e un prolungato squilibrio tra domanda e offerta, mentre la frammentazione geopolitica ha un impatto negativo sul commercio globale e sulla cooperazione economica globale. La politica monetaria più restrittiva che la banca centrale ha modificato comporterà inevitabilmente costi finanziari per l’economia reale, ma non sono necessari ulteriori ritardi.

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Un sostegno fiscale mirato può contribuire ad attutire l’impatto sui più vulnerabili, ma con i bilanci pubblici che sono stati portati al limite a causa della pandemia e la necessità di una più ampia posizione antinflazionistica nelle politiche macroeconomiche, tali politiche dovranno essere compensate da un aumento delle tasse o spesa pubblica inferiore.

La domanda incombente è se questi sviluppi potrebbero portare a una nuova crisi dell’eurozona, soprattutto per le economie con un debito pubblico elevato, come l’Italia e la Grecia.

Il suo indicatore precedente è il differenziale del tasso di interesse (spread) nell’obbligazione a 10 anni della corrispondente obbligazione tedesca. Per l’Italia, questo spread è raddoppiato da 114 punti base a settembre 2021 a 234 punti base il 6 settembre 2022. Per la Grecia, lo spread è leggermente aumentato, da 114 punti base a settembre 2021 a 261 punti base il 6 settembre 2022.

Tuttavia, l’andamento dei tassi di interesse non ha sollevato particolari preoccupazioni, soprattutto se confrontato con le crisi del 2010 per la Grecia e del 2011 per l’Italia. Nonostante l’aumento, lo spread è allo stesso livello di inizio 2020, quando è scoppiata la crisi del coronavirus.

Tuttavia, non c’è spazio per l’autocompiacimento sia per l’Italia che per la Grecia, vista l’inflazione superiore alla media, i margini di bilancio del governo ridotti, le prossime elezioni generali e, nel caso della Grecia, un calo significativo delle partite correnti.

La chiave per prevenire nuove crisi risiede nella disciplina fiscale e nella cooperazione economica nel quadro della solidarietà tra i paesi della zona euro.

Di recente, il FMI ha avanzato una proposta per rafforzare la governance fiscale nella zona euro. Propone nuove regole di bilancio che offrono flessibilità per politiche audaci e rapide quando necessario, ma senza compromettere la sostenibilità delle finanze pubbliche.

La proposta del FMI si articola su tre assi: 1. regole di bilancio a livello dell’UE che tengono conto dei rischi del debito pubblico, 2. rafforzamento delle istituzioni fiscali nazionali e 3. nuovi fondi di bilancio a livello di zona euro.

È importante che la Grecia appoggi la proposta del FMI a livello di zona euro. Un nuovo fondo fiscale permanente, simile al Recovery and Resilience Fund, è assolutamente necessario per l’arsenale macroeconomico della zona euro e fungerà da scudo per paesi ad alto debito pubblico come la Grecia.

Giorgos Alogoskoufis è professore di Economia all’Università di Economia e Commercio di Atene ed ex Ministro dell’Economia e delle Finanze.

Fonte: Edizione cartacea “Notizie”

Alberta Trevisan

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