Merano – Timm Harder, parroco della Chiesa evangelica di Merano, è stato presentato sabato alla sua nuova canonica dal decano della Chiesa evangelica luterana in Italia, Carsten Gerdes, con una vivace funzione religiosa. Al vivace servizio ha preso parte anche il commissario ecumenico della diocesi di Bolzano-Bressanone, Gioele Salvaterra. “Viaggiamo insieme e siamo qui l’uno per l’altro”, dice Salvaterra.
La Comunità evangelica di Merano si estende dal Passo Resia al Lago di Garda e conta più di 300 membri della comunità registrati. Il nuovo pastore Timm Harder non è estraneo a Merano: dal 2008 Harder rappresenta regolarmente i suoi predecessori nella Chiesa evangelica di Merano. Il 3 aprile di quest’anno è stato eletto nell’assemblea parrocchiale nuovo parroco della Chiesa evangelica di Merano. Prima di trasferirsi in Alto Adige, Harder ha lavorato dal 2005 all’agosto 2022 come parroco nella parrocchia evangelica di Vierthäler (Renania-Palatinato). Un pastore protestante spesso non viene da solo: porta la sua famiglia in chiesa. Allo stesso modo Harder che si è trasferito a Merano con la moglie Silvia ei figli Simon (16), Paula (9) e Rahel (6).
Buona cooperazione ecumenica
Al vivace servizio ha preso parte anche il commissario ecumenico diocesano, Gioele Salvaterra. Sottolinea che in una buona impresa ecumenica si raggiunge il livello degli occhi e si coltiva un’eccellente unione ecumenica. Progetti ecumenici come la Giornata della creazione, i Passi della pace, la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani o molte preghiere per la pace hanno tradizionalmente fatto parte del calendario generale della chiesa. “Viaggiate insieme e siete lì l’uno per l’altro”, dice Salvaterra.
Il nuovo parroco meranese è stato introdotto al suo nuovo ufficio dal decano della Chiesa evangelica luterana in Italia, Carsten Gerdes. Nel suo discorso, il decano Gerdes ha ricordato il motto di quest’anno “Chi viene da me, non lo rifiuterò” e ha augurato al nuovo parroco Merano “un messaggio di apertura, imparzialità, disponibilità incondizionata a confrontarsi con gli altri e ad accoglierli allo stesso tempo. , il preside raccomanda l’italiano al nuovo clero: “Chi parla la lingua del Paese in cui vive conosce meglio le persone che ci vivono.
Da: Luca
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