J – ogni volta – una nuova morte per noi è la perdita di una persona cara, il processo di ulteriore lutto e la consapevolezza della perdita a venire. La musica può alleviare questo dolore mentale? – musica per l’uomo che sta per “andare” e per quelli con cui ha legami? La 14enne Noor ci ha risposto affermativamente, e lo ha fatto, come abbiamo visto nel film francese “La Traviata, My Brothers and I” (2021) di Johan Manka (nato nel 1989), che ha vinto il premio per il miglior lungometraggio al 25° Olympia International Film Festival for Children and Youth, dopo la sua anteprima panellenica al Thessaloniki International Film Festival.
Questo film non ci “parla” solo di affrontare la perdita e il potere benefico della musica, ma si riferisce alla musica come a qualcosa che può determinare le decisioni della vita, rafforzando il legame tra due persone. Inoltre “parla” dell’amore per i genitori, della necessità che i figli trovino la propria strada e rifiutino il corso prescritto. È quindi un’occasione per avvicinarsi con più attenzione e tenerezza ai bambini e ascoltare i loro desideri. Dei bambini che – nei film ma anche nella vita di tutti i giorni – crescono in un mondo socialmente patogeno, ciò che sembra essere sopravvissuto sono le relazioni e i legami sani che le persone creano tra loro, mettendo le ali ai bambini con le parole che dicono.
“Ha la canzone. Poteva vedere le cose in modo diverso. Può darle gioia, forza”. Queste sono alcune delle parole di Sara, un soprano che insegna corsi estivi nel sud della Francia. Le sue parole riguardano la quattordicenne Noor, e le trasmette alla madre in coma. Lei ama l’opera italiana così Nour gli ha fatto ascoltare quel tipo di musica, cantando la sua parte da “La Traviata” “Da mio padre. La cantava a mia madre per farla cadere”, ha risposto Nour quando le è stato chiesto come avesse conosciuto “La Traviata”.
Scena tratta dal film “La Traviata, io e i miei fratelli”. Fonte: Festival Internazionale del Cinema di Salonicco
Diverse lezioni e attività estive di musica sono tregua per un adolescente la cui vita è divisa tra il servizio alla comunità e le tensioni a casa tra i suoi tre fratelli rimasti. Sogna di scappare in un posto lontano – decisione che ci viene confermata alla fine del film, in una scena simile alla prima, sulla spiaggia. Il primo si riferisce all’inizio dell’estate, il secondo alla fine, trovandolo orfano e orfano; “la mamma ha smesso di respirare, la mamma può vederci” sentiamo i suoi pensieri negli ultimi minuti del film.
Noor sembra così piccola con il resto dei suoi fratelli, ma con delle responsabilità mentre la vediamo lavorare indossando una giacca da lavoro oversize e guidando una moto. Era come se fosse pronto a prendere in mano il timone della propria vita; la musica è dentro di lui e lo guida, attraverso di essa vive il ricordo dei suoi genitori.
*Il film “La Traviata, io e i miei fratelli” è disponibile per la visione (gratuita) sul sito web dell’Olympia Film Festival (https://online.olympiafestival.gr/), fino a lunedì alle 12:00.
** Foto principale: Still dal film “La Traviata, My Brothers and I”. Fonte: 25° Olympia International Film Festival for Children and Youth
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