Una commissione parlamentare d’inchiesta è stata chiamata negli Stati Uniti per indagare sul “Vaticano perduto”, un caso avvenuto nel 1983. Il suo scopo è fare pressione sul Vaticano, che accusa di nascondere la verità.
Negli Stati Uniti è appena stata chiesta una commissione parlamentare d’inchiesta su tre casi irrisolti in Italia. Tra questi c’è la scomparsa di una ragazza di 15 anni nel 1983, soprannominato il “Vaticano perduto”. Questo caso è diventato oggetto di un documentario su Netflix.
Questa nuova inchiesta mira a fare pressioni sul Vaticano per ottenere tutti gli elementi in suo possesso sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, avendola classificata senza ulteriori azioni.
“Siamo una grande nazione laica che tratta il Vaticano con rispetto, ma questa questione non può certo considerarsi risolta in questo modo”, ha detto il senatore Carlo Calenda in una conferenza stampa tenutasi martedì. secondo CBS Notizie.
L’Italia vuole sapere la verità
Scomparso il 22 giugno 1983, Emanuele Orlandi dovette frequentare un corso di musica a Roma dopo aver lasciato la casa dei suoi genitori vicino al Vaticano. Se in un primo momento la polizia pensava che stessero scappando, alla fine è stata aperta un’indagine sul sequestro di persona. Da allora sono stati discussi diversi indizi e voci, ma nessuno è stato possibile trovarne.
Questa richiesta di commissione d’inchiesta è stata presentata alla Camera dei Deputati e sarà depositata anche al Senato, che voterà se accogliere o meno tale richiesta. Solitamente queste inchieste parlamentari sono dedicate ai delitti di mafia e al terrorismo. Ma il caso è considerato “materia di pubblico interesse”, secondo la Costituzione italiana. Sperano di raccogliere nuove prove sufficienti per rilanciare le indagini della polizia.
Per il fratello della ragazza scomparsa, questa richiesta è una nuova speranza. Credeva che alti funzionari vaticani stessero nascondendo informazioni su questa vicenda che avrebbero potuto coinvolgere il clero di alto rango.
“La scomparsa di Emanuela Orlandi è un buco nero nella storia di questo Paese. Perché in questo Paese, dopo 40 anni, una famiglia non può ottenere giustizia”, si è chiesto l’avvocato del fratello di Emanuela.
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