Il governo greco ha visto la disapprovazione dell’Europa dall’era della giunta. Il testo aperto dal presidente della Libe, la commissione per i diritti umani nella conferenza stampa di ieri, svela tutta la missione giunta ad Atene e balenata: in Grecia c’è un “rischio gravissimo per lo stato di diritto e i diritti fondamentali… Responsabilità del processo, importante per Una sana democrazia è sottoposta a un’enorme pressione. Le possibilità di un’Autorità indipendente e di media liberi sono limitate. La giustizia è molto lenta e inefficace, portando a una cultura dell’impunità. La corruzione erode i servizi pubblici e il bene comune.”
Cos’altro possono dire? E la cosa divertente è come il capo missione Sophie In’t Veldt, la scritta “sophie psichica” e lei-ha-schiacciato-i-miei-nervi-pretendenti, non sia un agente di SYRIZA di sinistra: lo è un eurodeputato centrista olandese, che era inorridito da ciò che vedeva i suoi occhi con violazioni della legittimità democratica e intercettazioni.
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La verità è che se alla missione avessero partecipato anche eurodeputati del PPE, il Partito popolare europeo che fa parte anche del ND, la minoranza avrebbe un’opinione diversa. Ma il governo Mitsotakis, dopo i falliti tentativi a Bruxelles di far fallire la missione, lo getta in… Kalamatian.
Il PPE si è tenuto lontano dalla missione – scegliendo raramente di isolarsi – e Gerapethritis ha inviato una lettera alla Commissione sostenendo che la visita in Grecia equivaleva a “mancanza di rispetto” e “interferenza diretta” nella scena politica interna. Il riferimento maleducato al lutto nazionale e l’ovvio pretesto, come l’azione dietro le quinte per contrastare la visita del comitato, avevano avuto luogo molto prima dell’incidente di Tempe.
Per quanto riguarda l ‘”intervento diretto” negli affari interni dello Stato, vi hanno fatto ricorso solo i governi di destra di Ungheria e Polonia. I governi degli altri paesi, che la commissione LIBE visita per redigere i propri risultati annuali, cooperano normalmente.
Ma anche nei due Paesi presi di mira (in Ungheria sono state introdotte anche sanzioni pecuniarie per le violazioni dello Stato di diritto) non c’è nessun triste Dojako che corre dietro al governo, per non uscire dagli schemi.
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Il governo aveva iniziato a usare argomenti simili a una giunta, poco prima che il Consiglio d’Europa espellesse la Grecia nel 1969, sulla tortura e lo stupro repubblicani. I Juntais hanno quindi giocato la carta dell’orgoglio nazionale e non hanno interferito negli affari interni.
Le parole “patriottiche” scritte dal pappagallo Mr. Gerapetrite non è altro che la sua versione moderna, sotto democrazia. Qualsiasi critica al governo Mitsotakis e alle sue cattive pratiche è un’operazione sospetta, nome in codice “diffamazione della Grecia”, come si lamenta il detective G. Papachristos con Nea.
In una strana ma interessante coincidenza storica, l’uomo che la giunta odiava di più era Max van der Stul, un altro membro del parlamento olandese che presiedeva una maledetta dittatura. De Stuhl ha condotto due indagini sul posto in Grecia, dopo le quali la giunta lo ha dichiarato “indesiderabile”, bloccando piani per un’altra visita e chiedendo alla stampa privata di diffamarlo.
L’attuale governo, ovviamente, non può vietare l’arrivo dell’eurodeputato olandese e della commissione LIBE. Ma il Pretendente, nel suo stile arcaico che ricorda il passato, non perde occasione per attaccare personalmente Sophie Inn’veld:
“Così hanno visitato Atene come sottocommissione PEGA dove hanno visto quello che hanno visto, non hanno trovato nulla e se ne sono andati. Aspettarsi. Se c’è qualcosa da trovare, Madame Sophie e Kouloglu lo troveranno?
Quindi abbiamo terminato il sottocomitato PEGA ma ci è stato ricordato di nuovo dal sottocomitato LIBE che si era dimenticato di noi. Quindi ha deciso di farci visita con chi altro è responsabile? La signora Sophie, sensitiva.” (Notizie, 7/3)
L’eredità del governo Mitsotakis è così profonda che persino il primo ministro italiano di destra Meloni, ex ammiratore di Mussolini, ha accusato il governo greco di inviare profughi in Italia con la sua politica di deterrenza a tutti i costi.
Secondo il ministro degli Interni del governo italiano, se la Grecia avesse seguito una politica diversa, il recente naufragio mortale al largo delle coste italiane che ha causato la morte di almeno 72 persone avrebbe potuto essere evitato. Stavo aspettando una risposta dal ministro in carica, il signor Mitarakis, ma potrei essermi perso nella metropolitana di Salonicco, che, come ha detto alla BBC, funzionava normalmente.
Quando la Grecia fu finalmente espulsa, il dittatore Papadopoulos pronunciò un discorso esprimendo il suo sgomento per l’atteggiamento dell’Europa:
“I nostri amici europei, non preoccupatevi. Ci hanno abituato all’amarezza. Abbiamo una dipendenza da sopportare e tollerare i nostri amici anche quando ci odiano ancora”
“Naturalmente la storia è frivola e insignificante”, hanno assicurato i Pretenderi ai Nuovi Democratici, a proposito della visita di Libe ad Atene. “Ma se lo dico, è perché alcuni di noi sono ancora irreparabilmente “restanti in Europa” ed è solo con dolore che possiamo assistere a crimini così economici”.
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