Italia, scioperano i dipendenti delle stazioni di servizio

Lo sciopero dei lavoratori delle stazioni di servizio è stata la prima grande manifestazione contro il governo del premier Djordje Meloni dopo l’approvazione del decreto sulla trasparenza dei prezzi, entrato in vigore il 15 gennaio, e che il personale delle stazioni di servizio non ha approvato.

Con questa decisione, le stazioni di servizio sono tenute a installare un pannello che mostri ogni giorno il prezzo medio di benzina e gasolio a livello nazionale, oltre al pannello dei prezzi della benzina nelle stazioni di servizio, per evitare speculazioni.

“Secondo me questo è il passo giusto. Oltre ai prezzi ai distributori di benzina, va inserito anche il prezzo medio nazionale ogni settimana, in modo che i consumatori abbiano un’idea di questa situazione. Mi dispiace che qualcuno lo intendesse. come la volontà del governo di attaccare l’intera categoria”, ha detto il presidente del Consiglio Meloni.

“Abbiamo preso la decisione di scioperare, perché nonostante vari incontri con il governo, la nostra richiesta più importante, ovvero quella di non esporre i prezzi a livello nazionale, non è stata accolta, perché creava confusione tra i consumatori”, ha dichiarato Bruno Bearci, rappresentante dell’Associazione italiana Federazione dei distributori di benzina.

Il governo difende decisioni prese con decreti di trasparenza ed è aperto al dialogo, e non vuole addossare la colpa ai dipendenti delle pompe, mentre i rappresentanti della categoria ritengono che sia necessario smettere di calunniare i lavoratori onesti che lavorano alle pompe, accusando loro di aumentare i prezzi della benzina a loro discrezione, ma il governo lo ha fatto.

Il governo e l’associazione di categoria dei dipendenti delle stazioni di servizio hanno due atteggiamenti molto diversi.

“Non possiamo definirci speculatori, perché per molto tempo non abbiamo avuto la possibilità di influenzare il prezzo della benzina – e le autorità di regolamentazione lo sanno. Il nostro margine è di 3,5 centesimi lordi al litro e lo chiamiamo beneficenza. In Italia, ci sono evasioni fiscali sui derivati ​​del petrolio ogni anno intorno ai 10 miliardi di euro.Quando chiedo ai clienti quanto costa un chilogrammo di pane o di latte – non lo sanno, ma quando chiedo loro quanto costa un litro di benzina – sanno la risposta, quindi penso che siamo il più chiari possibile”, ha detto Giuseppe Sperduto, rappresentante della Federazione autonoma dei distributori di benzina.

Ufficialmente, come si legge sul sito del Ministero delle Politiche Ambientali, il prezzo della benzina è di 1.812 euro al litro e di 1.868 per il gasolio – anche se l’aumento non è lineare in tutto il Paese, i prezzi sono più alti sulle strade e sulle isole.

I sindacati garantiscono il funzionamento minimo delle pompe, molto probabilmente quelle gestite direttamente dalla compagnia petrolifera, e in un sistema self-service.

Corrado Bellini

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