Gli scheletri rinvenuti di recente durante i lavori di manutenzione della famosa “Casa dei Santi Amanti” potrebbero essere quelli di due uomini sulla cinquantina. Presentavano “diverse crepe causate dal crollo di un edificio”, precisa un comunicato del ministero.
Secondo gli archeologi, gli abitanti di Pompei morirono non solo a causa dell’eruzione del Vesuvio che provocò notevoli colate laviche e caduta di cenere vulcanica, ma anche a causa del terremoto che l’accompagnò e causò il crollo di molti edifici.
Una città distrutta in due giorni
“Le moderne tecniche di scavo ci stanno aiutando a comprendere meglio il mondo sotterraneo che ha letteralmente distrutto la città di Pompei in due giorni, uccidendo molti residenti”, ha dichiarato Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico, citato nel comunicato stampa.
La cenere vulcanica emessa 2000 anni fa dal Vesuvio si è depositata sulla maggior parte delle case di Pompei, consentendone la quasi totale conservazione, così come molti dei 3000 corpi morti a causa del disastro.
Pompei, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, è la seconda destinazione turistica più visitata in Italia dopo il Colosseo a Roma.
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