(Milano) Il guru della moda italiana Giorgio Armani ha presentato lunedì la sua collezione uomo primavera-estate 2024 di un’eleganza leggera e senza peso, caratterizzata da linee morbide e tessuti fluidi.
Con passo disinvolto, le modelle hanno attraversato la cornice intima della storica sede di via Borgonuovo, che è anche la casa dello stilista, nel quarto giorno della Settimana della Moda Uomo a Milano.
Il gilet si indossa aderente alla pelle, abbinato a una giacca doppiopetto morbida e leggerissima e pantaloni con pinces. Una sciarpa legata al collo e un cappello indossato con disinvoltura in mano completano il nuovo look di Armani.
Giorgio Armani si ispira alla riviera adriatica, attratto dalla “visione dell’eleganza di un certo popolo” della regione, confida a fine sfilata.
“Indossano sempre abiti molto comodi e morbidi che toccano il corpo senza costringerlo e questo è un modo di vestire elegante e pratico”, spiega lo stilista 88enne.
La nuova collezione è orgogliosa di tessuti leggeri, come lino, cotone, raso o persino seta.
Fedele al suo DNA, Giorgio Armani ha scelto una palette di colori che spazia dal sabbia al grigio, grigio, verde e nero, passando per il blu, con tocchi di rubino.
Motivi geometrici e stampe che imitano i nodi danno un tono giocoso e aiutano a “trasformare il look di un uomo in giacca e pantaloni”, secondo il designer italiano.
Come altre major, si ispira al repertorio classico, aggiornandolo con qualche tocco non convenzionale.
«Possiamo fare qualcosa che ricordi il passato ma senza che sia una cosa del passato, perché è come indossi i vestiti che conta», analizza ottantenni, pelle perennemente abbronzata e aspetto vivace.
Stella di Hollywood
La nuova giacca ricorda quella indossata da Richard Gere a gigolò americano (1980), dice Giorgio Armani, che ha creato il guardaroba dell’attore per questo film.
“Il re Giorgio” ha vestito celebrità del cinema da John Travolta a Lauren Bacall a Diana Ross e Jack Nicholson.
La giacca decostruita, imbottita sulle spalle e sfoderata, è stata la firma del marchio sin dalla sua nascita nel 1975.
Se il casual chic è stato il leitmotiv della nuova collezione, a chiudere la sfilata si è distinto anche un tailleur attillato grigio o nero, realizzato appositamente per gli incontri di lavoro.
In fondo al podio, una matita nera oversize con il nome di Giorgio Armani ha catturato l’attenzione di tutti.
È per «ricordarmi che il mio lavoro lo faccio io, con una matita, un foglio bianco e poi c’è anche una testa che lavora», dice la veterana della moda italiana, un po’ birichina.
L’Oasi del Lino di Zegna
Tessuti leggeri e tagli discreti sono stati anche il mantra della sfilata Zegna, che in alcune occasioni ha trasformato Piazza San Fedele, nel cuore storico di Milano, in una “oasi del lino”.
Più di 190 balle di lino, arrivate dalla Normandia, sono state disposte lungo la passerella, dando il tono a una collezione incentrata su questo materiale pregiato per la sua morbidezza. Dopo lo spettacolo, il lino sarebbe stato trasformato in filato, poi in stoffa e infine in abbigliamento.
Pantaloni con pinces e bermuda morbidi, da abbinare a giacche con colletto e camicie girocollo o maglioni al posto di giacche e cappotti dal taglio dritto.
Il lino è “la leggerezza della vita e dell’abbigliamento”, commenta il direttore artistico del brand, Alessandro Sartori.
“Un abito come giacca e pantaloni abbinati non è più rilevante. Oggi tutto va con tutto e libera i clienti che possono giocare con forme e colori”, ha affermato.
La settimana della moda milanese si conclude martedì con una presentazione puramente digitale prima che le fashioniste si rechino a Parigi, per sfilate di abbigliamento maschile e poi di haute couture.
“Imprenditore. Comunicatore pluripremiato. Scrittore. Specialista di social media. Appassionato praticante di zombie.”