ROMA.- Il relitto Pompei, l’antica città romana che fu sepolta dalla drammatica eruzione del vulcano Vesuvio il 24 agosto del 79 d.C., non smette di stupire. E questo martedì hanno rivelato un’altra sorprendente scoperta: una natura morta di 2000 anni fa in cui è evidente quello che gli esperti considerano l’antenato della pizza, un’invenzione napoletana.
“Sembra pizza, ma in realtà non può essere pizza perché mancano alcuni degli ingredienti più caratteristici, ovvero, pomodoro e mozzarella”, ha riconosciuto il Ministero dei Beni Culturali, che ha annunciato la scoperta di un imponente affresco che, in ogni caso, “potrebbe rappresentare i lontani antenati dei piatti moderni, è stato dichiarato nel 2017 Patrimonio dell’Umanità come ‘arte tradizionale della pizzaiolo Napoletano (pizzaiolo)’”.
Come spiegato dagli archeologi, si ipotizza che negli affreschi rinvenuti, accanto al calice da vino, appoggiato su un vassoio d’argento, compaia “una focaccia schiacciata che serve da supporto a vari frutti, tra i quali si possono identificare melograni ed, eventualmente, datteri, conditi con spezie o magari con una specie di pesto, moretum in latino, indicato da punti giallastri e ocra. A quel tempo i pomodori non esistevano ancora, ma sono arrivati a queste latitudini solo dopo la scoperta dell’America.
Inoltre, sullo stesso vassoio dell’affresco, si possono vedere frutti secchi e mazzi di corbezzolo giallo, insieme a datteri e melograni. “Questo tipo di immagine si riferisce ai ‘doni di ospitalità’ offerti agli ospiti secondo la tradizione greca.”, ha aggiunto l’esperto, sottolineando che sebbene ad oggi nelle città antiche dell’area vesuviana siano stati rinvenuti circa 300 dipinti simili, anche gli affreschi rinvenuti ora non sono paragonabili alla “eccellente qualità di esecuzione”.
“Pompei non smette mai di stupire, è uno scrigno che svela sempre nuovi tesori”, ha commentato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che ha approfittato di nuove e sorprendenti scoperte per ricordare a Pompei il valore globale e l’importanza di tutelare il sito, dove ci sono ancora molte aree inesplorate.
Gabriel Zuchtriegel, attuale direttore del Parco Archeologico di Pompei, archeologo italo-tedesco naturalizzato, evidenzia, dal canto suo, quel tema al di fuori della tradizione ellenistica, poi elaborato da scrittori latini di epoca romana come Virgilio, in recenti affreschi. rilasciato alla luce non può fare a meno di pensare alla pizza. “Come non pensare alla pizza, che nasce come piatto povero nel sud Italia, che ha conquistato il mondo e viene servita anche nei ristoranti raffinati?”sollevato.
Secondo un comunicato del ministero dei Beni culturali, il murale è stato rinvenuto nell’atrio di una casa in un’area denominata “insula 1 de la Regio IX”, un’area di 22 ettari attualmente in fase di scavo. La casa in questione è attigua ad un panificio esplorato in parte tra il 1888 e il 1891 ma nuovamente ispezionato dallo scorso gennaio.
In un quartiere vicino al forno del panificio nelle ultime settimane, cioè scheletri di tre vittime.
Tra la gioia per il ritrovamento di un affresco pompeiano con l’antenato della pizza -notizia di grande impatto-, la Coldiretti, associazione che riunisce gli imprenditori agricoli, ha ricordato che nel 2000 la pizza era un business da circa 15 miliardi di euro. , diventando simbolo del successo della dieta mediterranea nel mondo, ma anche motore di turismo e cultura.
Nel novembre 2021, in un’altra zona di Pompei, che continua a generare tesori, è stata scoperta una stanza destinata agli schiavi in una casa padronale, intatta, dove sono state trovate tre brande in quel momento e, l’anno prima, due corpi, perfettamente intatti, integri, i corpi di un servo e del suo padrone, che cercavano di sfuggire a uno dei disastri naturali forse più famosi della storia.
La scoperta della stanza degli schiavi è avvenuta grazie a una tecnica ideata nel XIX secolo dagli archeologi Giuseppe Fiorelliil metodo di tracciamento dello scopritore è stato effettuato mediante iniezione di gesso fuso nelle cavità lasciate da corpi e altri oggetti decomposti nel materiale vulcanico.
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