L’ex presidente UEFA Michel Platini ha parlato di tutti e di tutto, compreso lo scandalo FIFA in cui è stato coinvolto, in un’intervista al quotidiano italiano “Corriere della Sera”.
“Non ho fatto niente, so di non avere nulla da rimproverarmi, ho sempre fatto tutto bene. Ho visto quanto soffrivano la mia famiglia e le persone a me vicine. La battaglia che combatto è contro l’ingiustizia. L’obiettivo di questa campagna è uscire dalla FIFA. Sono stato accusato dal comitato FIFA. Non appena abbiamo lasciato il mondo dei pezzi grossi del calcio per impedirmi di diventare presidente, la giustizia mi ha dato ragione e per me, ovviamente, questo è tutto ciò che conta. Fuori dal calcio vinco, dentro perdo. Ecco perché non mi arrenderò, non è giusto. Ci sono molte persone che mi hanno ferito”, ha detto il famoso francese.
Ha continuato: “Non mi interessa molto l’universo FIFA. Per Infantino, Ceferin, questo mondo è tutto perché non hanno mai sperimentato nulla prima e, al di là di questo, non sono niente, niente. Non hanno mai giocato a calcio. Loro, come Blatter, sono importanti lì, nell’edificio in cui si trovano, e sono importanti solo lì. Ho sofferto per dieci giorni, ho lottato per difendermi, ma poi ho capito subito che in realtà volevano solo buttarmi fuori, e basta.’
Michel Platini sarà l’unico calciatore a diventare presidente della Fifa: “E’ certo che l’amministrazione della Fifa ha preso posizione contro di me. I presidenti delle federazioni nazionali mi volevano presidente, l’apparato della Fifa no. Capite perché. Ed erano cercando qualcosa per bloccarmi. Hanno scoperto che i pagamenti sono stati effettuati cinque anni prima ed ecco l’ironia: la FIFA prima mi paga per il mio lavoro e poi mi punisce per avermi pagato. Non ha senso, è meglio così. Il calcio mi vuole, il calcio la politica no”, ha sottolineato Michel Platini, che ha poi parlato del suo futuro, mentre non si è sottratto alle domande sulla sua possibile partnership con la Juventus, con la quale ha lottato e vinto – tra l’altro – la Coppa dei Campioni all’Hazel di 1985, in una partita in cui 39 tifosi sono stati uccisi in un incidente prima del calcio d’inizio:
“Al momento non ci sono prospettive per me nel calcio. Non per il momento. Ho fatto tutto. Sono un calciatore, allenatore, produttore. E quindi deve esserci un progetto interessante, nuovo, strano e veramente rivoluzionario. Oggi ho 68 anni, segnato da quarant’anni di pressione, esposizione costante. Mi hanno fatto diverse proposte, ma ho sempre rifiutato. Adesso mi godo la vita. Quanto alla Juventus, nessuno me l’ha mai chiesto…”.
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