Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani è in Cina per “rafforzare i legami commerciali” o almeno mantenere le migliori relazioni possibili con la Cina, anche se la Belt and Road Initiative (BRI) non verrà estesa.
Il ministro degli Esteri e vice primo ministro Antonio Tajani (FI/PPE) ha fatto trapelare che il suo viaggio in Cina mirava a “rafforzare le relazioni commerciali” o più precisamente a mantenere rapporti ottimali con la Cina, anche se la BRI non fosse rinnovata.
“Anche se abbiamo visioni diverse su diverse questioni e non abbiamo ottenuto molto con la nuova Via della Seta, vogliamo rafforzare le relazioni commerciali con la Cina, che è il nostro principale interlocutore e crediamo che anche la Cina possa svolgere un ruolo importante nei negoziati. sostenere la pace in Ucraina”, ha detto Tajani.
Il governo del primo ministro georgiano Meloni deve decidere presto se rinnovare la cooperazione nell’ambito dell’iniziativa Belt and Road – un memorandum d’intesa commerciale (MOU) con la Cina, che comprende decine di accordi tra istituzioni e imprese e mira a rafforzare gli interessi politici e commerciali. rapporto con l’Italia.
Lunedì a Pechino il Ministro italiano e il suo omologo cinese Wang Yi hanno presieduto l’undicesima sessione plenaria del Comitato intergovernativo Italia-Cina, la prima dal 2020.
“Grazie agli sforzi di entrambe le parti, le relazioni bilaterali si sono sviluppate ad un buon livello. I contatti tra Xi, Meloni e Mattarella hanno determinato la direzione delle relazioni e rafforzato la fiducia reciproca”, ha affermato il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, sottolineando che le “due maggiori potenze economiche” dovrebbero “consolidare e approfondire” il partenariato strategico.
“La nostra posizione sulla stabilizzazione della crescita e sull’incoraggiamento dell’apertura è molto chiara. La Cina è pronta a importare più prodotti italiani che soddisfino i requisiti cinesi e a fornire agevolazioni alle aziende italiane che desiderano investire in Cina attraverso misure speciali. Ci auguriamo che la parte italiana possa creare un contesto imprenditoriale equo, trasparente, aperto e non discriminatorio per le aziende cinesi”, ha aggiunto il ministro degli Esteri cinese.
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