L’Opera Reale di Vallonia-Liegi presenta una nuova produzione de Il Barbiere di Siviglia (Rossini) diretta da Vincent Dujardin con protagonista Giampaolo Bisanti, direttore musicale della casa:
Messa in scena Vincenzo Dujardin racchiude completamente l’umorismo da appassionato d’opera allo spirito del vaudeville e della commedia fisica con personaggi ubriachi sotto mentite spoglie e altre bottiglie rotte in testa. Ma questo umorismo è sempre combinato con una finezza toccante: personaggi appassionati, travolti dalle loro emozioni, sembrano quasi emergere da “romcom” (commedia romantica) versione spagnola -in italiano- degli anni ’50 con eleganti costumi autografati Leila Fteita.
Il pubblico scoppiò a ridere, mentre guardava commosso dall’emozione. C’è da dire che, fin dall’apertura strumentale, il pubblico aveva il sorriso sulle labbra, e anche nelle orecchie, apprezzando la qualità della musica e dell’orchestra. Il maestro Giampaolo Bisanti, preciso ed enfatico, senza spingere il tempo in alcun modo, privilegiando la qualità del flusso musicale, piuttosto che lo straordinario accumulo di sentimento e tempo. La partitura si mantiene calma e nella sua naturale vivacità, sapendo accompagnare con pieno coinvolgimento l’esecuzione dei solisti e del coro, il cui basso e tenore creano un insieme piuttosto arioso (a volte un uomo corrotto, a volte una guardia autoritaria, sempre energica).
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Questa è la situazione sotto il balcone di una piazza di Siviglia, poi trasformata nell’interno di un appartamento, riprodotto da Leila Fteita nella sala belga e sotto l’illuminazione mattutina o serale Bruno Ciuliquel primo assolo è illustrato nella complessa destrezza di questo musical, eseguito con musicalità.
Anche i ruoli semplici mostrano la qualità della loro voce. La BertaEleonora Boaretto in particolare: questa cameriera trascurata aveva tuttavia molto da dire, cosa che alla fine lo fece con voce supplichevole e aspra, sottolineata da uno starnuto altrettanto penetrante. Come Fiorello (servitore di Almaviva), Ivan Tigaion punteggiando un suono solido con toni caldi e linee di canto sicure. Si offrì l’ufficiale della guardia Marc Tissons una prestazione vocale breve ma giusta e autorevole.
Don Basilio, l’interessato personaggio interpretato da Mirco Palazzi, si è espresso con un basso caldo e profondo, anche se a tratti un po’ troppo pacato.
Il famoso Figaro, interpretato da Vittorio Prato, arriva sul palco indossando una vespa (considerata un anacronismo nello spettacolo), jeans, giubbotto di pelle e occhiali da sole, e si presenta automaticamente sotto forma di un personaggio indifferente. Non per questo meno opportunista e arrogante, accentua la sua arroganza con lo stesso tono fiducioso. La sua voce è spesso beffarda ed è un maestro del canto nasale e molto veloce. I suoi poteri di proiezione vocale si adattano facilmente a quelli degli altri protagonisti, inclusa la seducente Almaviva.
Personaggio affascinante e affascinante, il conte Almaviva lo dimostra Ruzil Gatin con una potenza vocale impressionante, supportata da una perfetta proiezione della voce del tenore con vibrato controllato in lunghe serenate. Ritraeva così un amante sincero e appassionato, capace anche di avanzare nei momenti di irritazione con grande divertimento del pubblico. Ciò però non diminuì l’eloquenza del suo avversario, Don Bartolo, che fu determinante Pablo Ruiz.
Questo personaggio passivo-aggressivo si rende ridicolo con una tirannia infantile che lo spinge a borbottare frasi a fuoco rapido. Indifferenza, rabbia, gelosia traboccante… una vasta gamma di emozioni e poteri ostinati sono visibili nel suo canto espressivo: ritmi che variano selvaggiamente nei loro estremi, note alte che imitano il canto dei suoi discepoli, lamenti profondi, rabbia senza fiato. , il suono a volte si rompe anche (di proposito).
Infine Rosina, qui feroce fino al sarcastico, si fa valere Aya Wakizono, allegro e fiducioso. Un personaggio sornione che si muove facilmente da una nota all’altra, con un canto colorato e acuto, la sua voce dispiega trame e ingredienti ricchi con naturalezza. Se la sua follia può essere un ostacolo all’accuratezza del suo canto, serve solo al suo carattere, in un’intensità rivelata in crescendo proiettati con passione.
I solisti hanno ricevuto fragorosi applausi dopo ogni aria, e regolari acclamazioni durante tutta la performance sono culminate al calar del sipario da parte dell’incantato pubblico di Liegi.
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