ULTIMO AGGIORNAMENTO: 21.09
Dopo aver annunciato ai suoi ministri la decisione di dimettersi, il premier italiano Mario Draghi è tornato in Vaticano per annunciare ufficialmente la sua decisione al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Tuttavia, il presidente italiano non ha accettato le dimissioni e ha chiesto a Draghi di comparire davanti al parlamento, per confermare se aveva la fiducia del parlamento.
Mercoledì prossimo Draghi si rivolgerà a Camera e Senato, al termine del quale è atteso un nuovo voto di fiducia.
In precedenza Draghi aveva affermato che “non ci sono più le condizioni adatte per continuare” perché “non esiste più la maggioranza di unità nazionale che ha sostenuto questo governo”.
Intanto, anche oggi, il governo di Mario Draghi ha ricevuto il voto di fiducia dal Senato di Roma, ma senza il Movimento Cinque Stelle che – come annunciato – non ha preso parte al voto.
L’astensione del Movimento Cinque Stelle alla mozione di sfiducia è stata “molto importante dal punto di vista politico”, ha detto Mario Draghi.
Un totale di 172 senatori hanno espresso fiducia nel governo del primo ministro tecnocrate, su un totale di 315 senatori. I Senatori Cinque Stelle non sono entrati nell’aula del Senato durante il voto.
Successivamente la riunione del gabinetto è stata rinviata e Draghi si è recato al palazzo presidenziale per incontrare il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
“In questi giorni ho profuso il massimo impegno per proseguire il cammino comune, cercando di venire incontro alle richieste che mi hanno posto le forze politiche. Tuttavia, dal dibattito politico e dal voto di oggi in Parlamento emerge chiaramente che questi sforzi non sono sufficienti. “, ha aggiunto M. Draghi nella dichiarazione resa in occasione dell’annuncio delle sue dimissioni.
Ha anche avvertito che manterrà la carica di primo ministro “solo se ci sarà la prospettiva di attuare il programma di governo che ha accettato in precedenza”.
Stamane Giuseppe Conte, presidente del Movimento Cinque Stelle ed ex primo ministro, ha dichiarato: “Non accettiamo pressioni e ricatti. Non accetteremo mai la costruzione di nuovi impianti di incenerimento dei rifiuti nella regione della capitale italiana”.
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