Di Tom Kington*
La Libia è una testa di ponte per i migranti irregolari diretti in Europa, e i migranti del Bangladesh sono responsabili dell’aumento dei flussi migratori. E i paesi dell’UE si stanno unendo per affrontare questa sfida.
Nei mesi di novembre e dicembre sono arrivati in Italia dalla Libia oltre 3.800 migranti bengalesi. Molti di loro sono andati in Libia attraverso la Turchia o gli Emirati Arabi Uniti, pagando 8.000 euro per il volo e il passaggio via mare verso l’Italia da Zuwara, vicino a Tripoli.
Nei mesi precedenti il Paese che faceva da base ai migranti era la Tunisia. Questa nuova realtà è preoccupante a causa dell’instabilità politica in Libia, dei collegamenti politici dei trafficanti di esseri umani e dell’influenza russa nella parte orientale del paese.
Questo aumento dei flussi coincide con l’accordo raggiunto dall’UE su iniziativa del primo ministro italiano Giorgia Meloni. L’accordo prevede più centri di detenzione alle frontiere in Europa e procedure di espulsione più rapide. La Meloni si è impegnata a ridurre il flusso, ma ha ammesso che non ha raggiunto il suo obiettivo, con arrivi nel 2023 in aumento del 50% rispetto al 2022.
Uno dei motivi che spiegano l’aumento del flusso da Zouara è il respingimento dei migranti verso la Libia da parte della polizia tunisina. Ma negli ultimi due mesi sono arrivati in Italia solo 2.200 migranti provenienti da Tunisia, Guinea e Costa d’Avorio. Ci sono molti più immigrati provenienti da Siria, Egitto, Pakistan e Bangladesh.
Molti migranti arrivano nella Libia orientale, controllata dal generale Khalifa Haftar, e da lì si dirigono a Zuwara. Si tratta di una novità, perché nella prima metà dello scorso anno hanno lasciato Tobruk, che è la giurisdizione di Haftar. La sospensione dei servizi da Tobruk è arrivata dopo l’incontro di Haftar con la Meloni a Roma.
La compagnia aerea siriana Cham Wings è stata accusata di trasportare migranti da Damasco alla Libia orientale, ma nega questo, sostenendo che i migranti dal Bangladesh non utilizzano questa rotta.
Haftar ha recentemente sviluppato legami più stretti con la Russia e il vice ministro della Difesa, Yunusbek Yevkurov, ha visitato Bengasi tre volte dallo scorso agosto. La Russia è interessata a utilizzare i porti della Libia orientale come base per le sue navi, ha affermato Claudia Gazini, esperta di Libia presso la ONG Crisis Group.
Alcuni politici italiani sostengono che la Russia stia cercando di provocare un aumento dei flussi migratori dalla Libia per provocare disordini in Europa. La Meloni tenta ancora una volta di ridurre i flussi con programmi di investimenti nei Paesi africani.
Tom Kington è il corrispondente da Roma del Times
Fonte: Tempo
“Analista certificato. Esploratore a misura di hipster. Amante della birra. Pioniere estremo del web. Troublemaker.”