Le persone con diverse disabilità non hanno vita facile nel condurre una vita normale. Se la loro mobilità è ridotta o non possono provvedere a se stessi, hanno bisogno soprattutto di una casa, ma anche di altri tipi di edifici, che devono essere adattati al meglio alle loro esigenze.
A questo proposito, negli ultimi anni, sono stati compiuti sforzi importanti per rendere più semplice la vita di queste persone. Ad esempio, molti edifici pubblici dispongono di punti di accesso obbligatori per gli utenti su sedia a rotelle e sono disponibili numerose tecnologie che consentono di percorrere le scale con relativa facilità, anche all’interno della casa.
Tuttavia, gli sforzi in questo senso devono continuare. Sia dal punto di vista architettonico che del design, le case e gli edifici tengono sempre più conto delle persone con disabilità. Su pagine come homify.esdedicato a presentare migliaia di idee sulla decorazione, l’interior design e la costruzione della casa, ora puoi trovare molte proposte che semplificano la vita a queste persone e, di fatto, ad altri utenti.
La domotica è un altro ambito in crescita, che ci sta gradualmente portando verso le case intelligenti. Grazie a questa tecnologia, chi ha difficoltà nell’utilizzo di alcuni servizi di base riceve un’assistenza sistemica che lo facilita notevolmente. A questo proposito, gli ingegneri stanno attualmente lavorando su tecnologie avanzate di elaborazione del segnale audio e di riconoscimento vocale, i cui primi prototipi prevedono buone novità in questo campo. Il progetto, chiamato DIRHA (Remote Speech Interaction for Robust Home Applications), coordinato dalla Fondazione Bruno Kessler, Trento, Italia.
Sistema DIRHA, un esempio reale domotica avanzato, è stato pensato appositamente per le persone con disabilità e permette loro di usare la voce per controllare a distanza diversi servizi e dispositivi domestici che possiamo trovare in casa. Con questo sistema ora sarà semplicissimo regolare la temperatura della stanza, accendere e spegnere le luci, aprire le tende, riprodurre musica di sottofondo o anche aprire e chiudere finestre e porte.
Per fare ciò, la casa sarà dotata di una rete di microfoni che ascolteranno permanentemente i comandi dell’utente, che verranno analizzati da un computer centrale dotato di sistema di riconoscimento vocale, che li interpreterà ed eseguirà, inviando gli opportuni segnali elettrici all’utente. ogni punto di interesse.
Il progetto, che coinvolge tecnologi greci, portoghesi, austriaci e italiani, è finanziato con 3,5 milioni di euro dall’Unione Europea in tre anni, ed è un’evoluzione di un precedente progetto denominato DICIT, che ha consentito di ottenere un sistema che interagisce con televisione.
I sensori e i microfoni del sistema DIRHA sono molto piccoli e possono essere facilmente integrati in mobili e strutture edili. Possono funzionare tutto il giorno, sempre ricettivi, senza bisogno di attivarli. Sono così sensibili che riescono a riconoscere la voce dell’utente anche con rumore di fondo e da lunghe distanze. Possono farlo con più utenti contemporaneamente e per ora riconoscono l’italiano, il tedesco, il portoghese e il greco, e presto l’inglese.
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