A quanto pare, tra i migranti trasportati in Italia dal Capitano Racket c’erano dei criminali

La polizia italiana ha dichiarato il 16 settembre di aver arrestato tre sospetti arrivati ​​a Lampedusa il 29 giugno, senza dire chi li aveva trasportati lì. Quel giorno, 40 migranti salvati furono sbarcati sull’isola a bordo della nave Sea Watch comandata da Racket.

In quel momento, Racket ha sfondato la barriera in mare, che gli impediva di entrare nel porto, perché da tre settimane salvava le persone a bordo e le autorità italiane gli impedivano di ancorare. [celá zpráva]

“Carole ha anche arrestato tre torturatori libici presso la Sea Watch”, titolava il giornale.

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Europa

Il portavoce di Sea Watch, Ruben Neugebauer, ha dichiarato alla DPA: “Non possiamo escluderlo, ma non disponiamo di informazioni definitive”. Ha aggiunto che durante i salvataggi in mare non è possibile esaminare le persone salvate: è compito delle autorità registrare e interrogare i migranti.

La polizia ha detto che i tre gestivano un centro per migranti in un’ex base aerea a Zavíja dove i migranti sono stati violentati, torturati e uccisi. I tre sono stati smascherati sulla base delle informazioni fornite da altri migranti che hanno riconosciuto in loro stessi i loro aguzzini.

Zavíja si trova a 40 chilometri a ovest di Tripoli ed è sotto il controllo delle forze fedeli al primo ministro Faiz Sarraj, riconosciuto a livello internazionale, e che collaborano con la comunità internazionale. Il fatto che i centri di detenzione in cui i migranti vengono torturati possano operare in un territorio controllato da un governo riconosciuto a livello internazionale dimostra che le organizzazioni umanitarie hanno ragione quando affermano che non possono portare le persone soccorse in Libia perché non è sicuro per i migranti.

Michela Eneide

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