Georgia Meloni cercherà di imporre cambiamenti moderati?

A due settimane dalle elezioni politiche italiane del 25 settembre, gli italiani – e non solo loro – stanno cercando di capire quali saranno le priorità del nuovo governo e quali cambiamenti verranno attuati a breve.

Il prossimo passo, previsto istituzionalmente, è l’istituzione di un organo parlamentare, il 13 ottobre, con l’elezione dei nuovi presidenti di Camera e Senato.

Dopodiché il presidente della Repubblica Sergio Mattarella avvierà le consultazioni con i partiti e, salvo clamorose sorprese, affiderà la formazione del governo a Giorgia Meloni, capo dei Fratelli Italiani e vincitrice delle ultime elezioni.

L’insediamento del governo dovrebbe avvenire negli ultimi dieci giorni del mese, anche se non è possibile fare previsioni esatte. Molto dipenderà anche dalla lista dei ministri che la Meloni presenterà a Mattarella. Perché il presidente italiano ha il diritto, se ritiene che alcune persone possano creare problemi al governo ininterrotto ed efficace del Paese, di esercitare un “veto” e di chiedere l’elezione di altri ministri.

Ma oltre a tutto questo, ci sono anche questioni di interesse politico più generale. La domanda che sempre più spesso si pongono qui in Italia, da parte di commentatori politici ma anche di cittadini non costantemente coinvolti nello sviluppo del partito, è: “Giorgia Meloni cercherà di creare e imporre ai dirigenti degli altri Fratelli. L’Italia una svolta – secondo probabilità – moderata?

Naturalmente siamo ancora in una fase iniziale e non possiamo trarre conclusioni definitive. Ci sono però diverse indicazioni importanti.

Meloni, intervenendo alla sede del suo partito, ha spiegato che la questione non è se i tecnocrati entreranno nel governo, ma che la squadra ministeriale dovrà essere la migliore, perché “lui stesso si espone in prima persona”. Secondo le indiscrezioni finora, su un totale di diciotto ministri, Fratelli d’Italia dovrebbe completare dieci ministeri, quattro ministeri della Lega e altri quattro ministeri di Berlusconi.

Fluire

Secondo i media, i “tecnocrati conservatori” potrebbero essere eletti in sei o sette ministeri chiave, a cominciare da quello delle Finanze. Per questo incarico chiave si stanno valutando i nomi di Fabio Panetta (membro del comitato esecutivo della Bce), dell’ex dirigente della Banca d’Italia Luigi Boutilone e di Dario Scanapieco, amministratore delegato della Cassa italiana depositi e prestiti.

Secondo molti analisti, in questo modo il presidente di Fratelli d’Italia vuole mandare un messaggio a Bruxelles e cercare di convincere la Commissione e i mercati che non aumenterà il debito pubblico del suo Paese.

Allo stesso tempo, per quanto riguarda l’importantissimo Viminale, tutto fa pensare che le richieste del segretario della Lega, Matteo Salvini, non verranno soddisfatte. Secondo le informazioni finora fornite, il politico italiano non vuole permettergli di continuare a occuparsi di immigrazione e rifugiati come ministro dell’Interno, affinché non si ripetano le tensioni verificatesi due anni fa, quando era segretario della Lega. hanno chiuso i porti del Paese e lasciato le navi che trasportavano migranti in alto mare per una settimana, in condizioni estreme. Salvini sarà molto probabilmente collocato al ministero delle Infrastrutture, mentre il portafoglio degli Interni sarà probabilmente affidato a un funzionario di rango inferiore.

Per il Viminale suona dunque con enfasi il nome di Antonio Tajani, ex presidente del Parlamento europeo e attuale coordinatore di Forza Italia. È un fanatico europeo e ha chiarito che difficilmente il suo Paese cambierà le sue alleanze e il suo ruolo sullo scacchiere internazionale.

E un’altra cosa. Per quanto riguarda la delicata questione dell’attuazione del Piano italiano di ripresa e resilienza, in un primo momento, secondo la stampa, Giorgia Meloni avrebbe criticato il governo Draghi, sostenendo che ci sono stati ritardi nella sua attuazione affinché il nuovo governo fosse ritenuto responsabile. Ma subito dopo ha smentito e ha sottolineato che “nessun conflitto in corso con il governo; è solo che l’andamento complessivo dell’attuazione del Piano nel suo complesso può essere ulteriormente migliorato.”

Che cosa significa tutto questo? Naturalmente, il carattere ideologico del futuro primo ministro italiano non può cambiare in quindici giorni. Ciò che si può ipotizzare è che forse in questa fase si potrebbe applicare una trattazione più “realistica” dei vari equilibri, con l’obiettivo principale di garantire il più lungo termine possibile al nuovo schema di governo.

Perché non bisogna dimenticare che esiste anche il “fattore Berlusconi”. Forza Italia è membro del Partito popolare europeo e qualsiasi azione estrema metterebbe sicuramente in difficoltà Cavaliere, che si dichiara portavoce dei centristi e dei moderati del gruppo. Per intenderci, perché l’alleanza conservatrice possa mantenere la maggioranza nel nuovo parlamento sono assolutamente necessari 18 senatori Cavaliere.

Naturalmente non tutto si risolve con la magia. Tutti sanno che ci sono una serie di questioni delicate e centrali. A partire dal rispetto dei diritti individuali e sociali, con riferimenti chiave alle donne, ai cittadini LGBTI+, agli immigrati e ai rifugiati. L’Europa, così come la stampa italiana e internazionale, hanno continuato a seguire con attenzione l’evoluzione.

Vedi anche: Corinthian for Breakfast: ciò che non è stato rilasciato ufficialmente, non è registrato (video)

©Fonte: APE-MPE

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Alberta Trevisan

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