Dal crollo mortale del ponte di Genova nell’agosto 2018, di cui Autostrade per l’Italia era gestore, azionista di maggioranza, gruppo Atlantia e proprietario, la famiglia Benetton è stata sottoposta a forti pressioni affinché vendesse le proprie azioni allo Stato italiano.
Atlantia infatti si è trovata nel caos dopo la morte di 43 persone, come evidenziato dall’inchiesta grave fallimento nella manutenzione del ponte.
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Questo giovedì, 10 giugno, il consiglio di amministrazione di Atlantia ha finalmente accettato l’offerta, che valutava il 100% di Autostrade a 9,3 miliardi di euro, dieci giorni dopo il voto favorevole degli azionisti riuniti in assemblea.
La prima rete autostradale a pagamento in Italia gestendo complessivamente 3000 km su tutto il territorio nazionaleAutostrade tornerà la maggior parte del nelle mani dello Stato italiano dopo la sua privatizzazione nel 1999.
Promesse di investimento
Nell’estate del 2020, il governo italiano ha avviato procedure con l’obiettivo di una possibile revoca della concessione autostradale di Atlantia, prima di concludere un accordo con Benetton.
Ciò comprende importanti piani di manutenzione e investimenti oltre a un esborso da parte di Autostrade di 3,4 miliardi di euro come risarcimento per il crollo del ponte genovese.
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Il consiglio di amministrazione di Atlantia aveva più volte giudicato insufficiente l’offerta avanzata da Cdp e dai fondi Blackstone e Macquarie, prima di rassegnare le dimissioni per accettarla, sotto le pressioni della famiglia Benetton che aveva espresso la volontà di voltare pagina.
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