Il 24 gennaio inizieranno le votazioni per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica italiana. Tuttavia, a causa del coronavirus, il processo questa volta richiederà più tempo: con un solo voto al giorno e con la disinfezione continua delle aule parlamentari. La fermentazione, però, è già iniziata a ritmi elevati. Un totale di 1.009 elettori principali hanno espresso il loro voto: parlamentari, senatori e rappresentanti regionali.
La candidatura di Mario Draghi, pur non ancora ufficializzata, resta molto forte. Molti analisti, infatti, sottolineano che anche se l’Italia fosse una democrazia parlamentare, in caso di elezione di “Super Mario” la responsabilità del presidente aumenterebbe, di fatto. Inoltre, con il ruolo di garante della stabilità politica del Paese, viene inviato a Bruxelles il messaggio che i fondi per il piano di ripresa e resilienza saranno stanziati in modo utile ed efficace.
Quanto a Silvio Berlusconi, insiste sullo stesso schema, che ha tutte le condizioni necessarie per assumere la presidenza del Paese. Sulla carta, la fazione conservatrice conta 451 deputati e senatori, più 33 rappresentanti regionali. Ma il voto è segreto, e spesso pieno di sorprese. Era possibile che all’ultimo minuto Cavaliere si dimettesse e proponesse a qualcuno di cui si fidava. Come un ex viceministro nonostante la presidenza del suo governo, il potente Gianni Letta.
Previsioni incerte e possibili soluzioni
Previsioni incerte si possono fare anche a causa della situazione molto fluida nei Cinque Stelle: sono stati eletti 338 deputati e senatori, ma in quattro anni 105 sono diventati indipendenti. C’è però una soluzione diversa: rieleggere Sergio Matarella per un tempo limitato. tempo, forse per un anno, come è stato fatto in passato con Giorgio Napolitano. Almeno fino a quando non sarà risolta l’emergenza pandemia, ovvero le elezioni parlamentari del 2023. In quel caso Draghi resterà presidente del Consiglio, e poi potrà rivolgere la sua attenzione a posizioni europee più alte.
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