Ristorante torna a scuola? Non avrai problemi a ricordare i loro nomi. A meno che il tuo cervello non sia già un pasticcio con i cognomi da tavola alla moda. Un caso studio di Parigi ma non solo: sul lato di rue de Rochechouart, nel 9° arrondissement di Parigi. Troverai, faccia a faccia, italiani meravigliosi faggio di fronte alla trattoria carnoso. Non lontano Lollosvoltare verso Avenue Trudaine, barbot. Ma anche, nel settore: Un po’ ubriaco, Nonno, Dumbo, Lolo, Mesa.
Non c’è niente di speciale Montmartre: visita il Marais e lo troverai ilo e Kosha, tutto non lontano da Ogata. Ogata? Questo santuario della cucina giapponese sembra quasi un eretico cantando il nome di tre sillabe forte e chiaro. Perché due, i leader sembrano credere, meglio è. A dire il vero, non c’è niente di parigino in questa tendenza, e non impedisce agli chef della capitale e della regione di far brillare le loro stelle Michelin: così Rosa (A Nantes), Duende (a Nîmes), Gil (a Rouen), cibo (a Digione), e la stella verde abbiamo (in Ales) e io sono un (renna). Tra i personaggi top Chef e altri cappellini multimediali, troverai anche tutto ciò di cui hai bisogno da nomi ben piazzati ai loro piedi, difficili da capire per il pechino medio: NeSo di Guillaume Sanchez, il mortale Barbò di Mohamed Cheik, spruzzata di Norbert Tareyre… Quanto agli indirizzi che sono visibili, ma senza ambasciatore, si chiamano Loulou, Gigi, Coco (e ora Bonnie: vedi sotto).
Gli amanti della cucina peruviana di passaggio nella capitale coccolano gli occhi e le papille gustative freddo o per Mancoe possono persino incoraggiare l’ossessione di una singola sillaba prenotando il loro tavolo su Louie, mon Dove Corse. I caratteri Ratatouille perderebbero lì il loro latino e si sarebbe curiosi di sapere cosa ne penserebbe. Charles Duchemin, critico gastronomico di Wing or the Kitchen, illustrazione cinematografica del gastro-delirio, dal 1976, la contesa di antichi e moderni.
Comprensibilmente, il nome del ristorante è ora usato come economia. Corta, solida, con pochissimi ingredienti. Per sembrare efficace, abbiamo rimosso il burro e tutto ciò che lo rendeva grasso. Scegli un nome, una parola un po’ sconosciuta o concettuale (in un trattato di matematica, per esempio, o in un dizionario bilingue), o un’onomatopea completamente tratta, ad esempio, dalla canzone “Comic Strip” di Brigitte Bardot (Sabaam! Ciao! fallire! Wizz) e teoricamente dovresti avere ragione.
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