Antonio Panzeri: Chi è il sindacato militante, protagonista al Qatargate – News – news

La “Camera del Lavoro”, Camere del Lavoro è un aspetto molto importante della storia sindacale italiana. Sono stati realizzati negli ultimi decenni del XIX secolovoi secolo, un periodo di alta disoccupazione nel Nord Italia e il tipografo militante Osvaldo Gnocchi Vianni che li ha ispirati a immaginare sia strutture sindacali unitarie locali sia qualcosa come le Bourses de travail francesi come un dovere per facilitare e rendere equa la distribuzione. lavoro aperto.

La Camera del Lavoro di Milano è stata la prima e forse la più storica d’Italia, sin dalla sua fondazione nel 1891.

Oggi è ospitato in un edificio costruito durante gli anni del fascismo come “Palazzo dei Sindacati Industriali” ed è considerato un monumento architettonico distintivo di quell’epoca.

Come ai tempi della fondazione della Camera del Lavoro, oggi è la struttura “locale” della CGIL, la più grande federazione italiana, storicamente associata prima al Partito Socialista Italiano e poi al Partito Comunista Italiano. Attualmente è il più grande “spazio di lavoro” locale in Italia.

Lì ha prestato servizio dal 1995 al 2003 Antonio Pansieril’ex europarlamentare attualmente al centro dello scandalo Qatargate.

Riformista ma efficace

Era il periodo in cui la Cgil aveva come capofila (1994-2002) il militante Sergio Cofferati e riuscì a fare battaglie importanti e alcune vinte perché quelle battaglie non cambiarono il Codice del lavoro (a quel tempo la confederazione aveva organizzato una delle le più grandi manifestazioni della storia italiana).

Il Pancheri era politicamente più a destra del Cofferati ma come sindacalista era considerato efficace e riuscì a fare del Camerale del Lavoro di Milano un punto di riferimento per le masse.

Coloro che hanno lavorato con lui lo hanno trovato molto efficace, anche se notano che da allora è diventato molto abile nel negoziare. «Era molto bravo a fare lobby», sottolinea a Repubblica un collega di quegli anni

Mr. 100.000 voti sono andati a Bruxelles

Alle elezioni europee del 2004 fece molto bene. 105.000 voti per il candidato della lista “Elia”, come si chiamava allora l’Italia di centrosinistra, nella regione nord-occidentale.

A Bruxelles è stato molto attivo, ha partecipato a comitati, si è molto preoccupato delle relazioni internazionali ea livello di posizione ha insistito per difendere gli interessi dei lavoratori. È stato rieletto nel 2009 e di nuovo nel 2014.

Nel 2017 dissenti dalla scelta di Renzi ed aderì alla formazione Art1 (il cui nome completo è Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista, nome che fa riferimento al primo articolo della Costituzione italiana che afferma che l’Italia è una democrazia fondata sul lavoro). Da allora è formalmente appartenuto a questo spazio, diciamo leggermente a sinistra del Pd dove operano formazioni come la Sinistra Italiana.

Cosa è cambiato;

Ma cosa è successo e quest’uomo è diventato protagonista di uno scandalo incentrato sul “lavaggio” di regimi autoritari come il Qatar? Del resto, come ha sottolineato Paolo Favili sul quotidiano il manifesto quando era alla Camera del Lavoro a Milano, le sue opinioni non saranno state così radicali, ma erano chiare dalla parte operaia di quegli anni. Come è diventato e diventa lobbista di un regime che praticamente uccide i lavoratori?

Favili vede il passaggio segnare un passaggio complessivo dalla vecchia versione del ‘socialismo riformista’ alla versione della ‘nuova politica’, identificata con figure come Blair o Schröder, in cui ogni nozione di critica al capitalismo è stata abbandonata e con essa. qualsiasi consapevolezza che nella politica di un socialista c’è una morale corrispondente. Ora l’arricchimento e il potenziale di corruzione sono legittimati.

In un paese in cui Berlinguer era considerato un esempio di vita dura (nonostante fosse il leader di un partito molto numeroso), gente come Pancheri non ha problemi a prendersi una vacanza in famiglia da 100.000 euro…

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Alberta Trevisan

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