Avvertimento in Kosovo da parte di Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Usa, Ue e OSCE

La situazione in Kosovo è ancora tesa, ci sono molti interrogativi riguardo alle aspirazioni del Primo Ministro del Kosovo, Albin Kurti, riguardo agli sviluppi nella regione.

Giovedì, le ambasciate dei paesi del Quint Group, vale a dire Francia, Germania, Regno Unito, insieme all’Ufficio dell’UE in Kosovo e alla missione OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) hanno dichiarato in una dichiarazione congiunta “si rammaricano della decisione presa dal governo del Kosovo il 30 maggio per completare l’esproprio di più di 100 appezzamenti di terreno nelle città a maggioranza serba nel nord del Kosovo.”

Preoccupazione

La dichiarazione rileva che alcune di queste missioni diplomatiche avevano precedentemente condiviso con il governo del Kosovo valutazioni effettuate da esperti legali internazionali, tra cui la Missione sullo stato di diritto dell’UE in Kosovo, in cui si affermava che “il governo ha violato le proprie leggi e regolamenti per motivi procedurali e non ha legittimato. difetti tecnici durante il processo di acquisizione”.

Hanno notato che “il sistema giudiziario del Kosovo ha identificato questioni legali simili alla decisione iniziale di acquisizione, che non sono state ancora affrontate dal governo”.

La dichiarazione esprime insoddisfazione per il fatto che, nonostante alcune proprietà siano state rimosse dalla decisione finale di esproprio, il governo del Kosovo “non ha aspettato che tutti i casi giudiziari aperti fossero pienamente esaminati prima di prendere questa decisione”.

Deve essere legale

Per i Paesi Quint, l’Ue e l’Osce, è importante che il governo del Kosovo “si impegni per garantire che l’espropriazione sia legittima, che vengano seguite le procedure legali e che i diritti di proprietà dei proprietari e delle parti interessate siano pienamente rispettati”.

Nella dichiarazione sono state espresse preoccupazioni secondo cui “il progetto di legge sull’esproprio non è in linea con gli impegni assunti dal Kosovo nell’ambito del Piano Ahtisaari e invitiamo il governo a modificare la legge prima che venga approvata”.

Le ambasciate di America, Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Unione Europea e OSA hanno invitato il Kosovo ad aderire ai principi dello Stato di diritto di buon governo, che è la pietra angolare di una società democratica. Hanno inoltre invitato il governo di Pristina a riaffermare il proprio impegno nei confronti dei principi Ahtisaari, “compresa la protezione e la promozione dei diritti delle comunità non maggioritarie”.

Kosovo e Consiglio d’Europa

Vale la pena ricordare che la questione del Kosovo è stata al centro dell’attenzione per la prospettiva dell’adesione del paese al Consiglio d’Europa. In effetti, la relazione di Dora Bakoyannis su questo tema, in qualità di relatrice al Consiglio europeo, ha dato luogo ad un dibattito speciale.

Vale la pena notare che lo scorso aprile Alexis Tsipras, intervenendo all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa in merito al Rapporto Bakoyannis “Sull’integrazione del Kosovo nell’organizzazione”, a nome del gruppo della Sinistra, ha sottolineato la questione dell’espropriazione.

Tsipras

Tsipras, che si è astenuto dal voto, ha sottolineato che da quando, due anni fa, è stata presentata la richiesta di adesione del Kosovo al Consiglio, si sono verificate tensioni molto gravi sul terreno. A volte a causa di Belgrado, ma a volte anche a causa della decisione di Pristina”, ha mostrato il suo intervento Alexis Tsipras, sottolineando in particolare che dovrebbero essere fatti dei passi riguardo alla legge sull’espropriazione delle proprietà minoritarie e la presentazione di una proposta per la creazione del Unione dei comuni serbi, inclusa una road map.

Megaros Maximos e il Ministero degli Affari Esteri hanno inoltre dichiarato che anche la Grecia intende astenersi dal voto sull’adesione del Kosovo al Consiglio europeo, prevista per maggio. La questione dell’adesione del Kosovo però alla fine è stata tolta dall’ordine del giorno, dopo che Kurti ha rifiutato la condizione che l’Unione dei comuni serbi proceda.

In questo clima, l’integrazione del Kosovo rimane incerta, mentre il potenziale riacutizzarsi delle tensioni è considerato altamente preoccupante per la regione.

Alberta Trevisan

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