Le sue relazioni e relazioni storiche uniche Greco antico e lei cultura romana è il fulcro della mostra”Momento ed Eternità. Tra noi e gli antichi – L’istante e l’eternità. Tra noi a gli antichi». Realizzazione in collaborazione con Ministero della Cultura greco (Eforato delle Antichità delle Cicladi) e da Italiae ospitato su Romanell’ala delle Terme di Diocleziano, chiusa dal 1911.
Attraverso ca 300 progetti selezionati Quella data risale a dal III millennio a.C. ai giorni nostri e alcuni sono serviti a prima volta in pubblico – mostra greca, romana, etrusca e italiana, medievale, moderna e moderna (4/5-30/7) esplora, in modi inaspettati e spettacolari, il complesso e intricato rapporto tra il moderno e l’antico.
Dei 300 reperti, il 82 provengono da museo grecoe la maggior parte (49) provengono dalle Collezioni dell’Eforato di Antichità delle Cicladi.
IL “”Cultura greco-romana” è una pietra angolare nell’edificio monumentale della nostra storia e identità europea condivisa, catalizzando il modo in cui l’intero mondo occidentale vede l’antichità e la sua eredità.
Un’eredità è considerata come patrimonio materiale e immaterialecome memoria storica, cultura spirituale ed estetica, una visione del mondo diversa, che getta un ponte sul tempo e ci permette di sentire familiarità e connessione con il lontano passato”, ha ricordato tra gli altri nel suo intervento il Ministro della Cultura e dello Sport, Lina Mendoni.
Per quanto riguarda le mostre dalla Grecia che il paese ha contribuito alla mostra, sono alcuni dei capolavori più importanti dei musei greci, come noto Mosaico di Dioniso di Delo o Kori “Chiotissa” dal Museo dell’Acropoli, nonché una mostra unica esposta per la prima volta a un pubblico internazionale. Tra loro, Gorgo da Metà, una statua del VI secolo c. aC, e Una principessa dell’antica Therastatua colossale del VII secolo a.C.
Esposizione
La prima sala espositiva è stata aperta con stampa due anonimi Vittime dell’eruzione del Vesuviointorno a loro si celano forme popolari e culturali di reinterpretazione degli antichi.
La seconda sala li esplora forme di trasmissione e antiche tradizioniattraverso l’arte e la letteratura: come i grandi cicli mitici – i cicli omerici dell’Iliade e dell’Odissea – tramandati in varie forme dall’antichità siano rimasti vivi nell’immaginario popolare moderno, e come, invece, altre tradizioni mitiche siano cadute nell’oblio , mentre furono poi riscoperte grazie alla riscoperta filologica della letteratura antica.
Nella terza sala c’è una parte del mito antica rappresentazione dello spazio e del tempo, che sono divinità, personificazioni ed entità astratte che danno vita alle nostre categorie spaziali e temporali. Così fu completato il viaggio iniziale verso l’eternità – l’Eterno – e l’immutabile ordine mondiale.
Attorno alla figura umana divinizzata si ripercorre il lungo viaggio che conduceva il defunto nell’aldilà, sia attraverso raffigurazioni di riti funebri, sia attraverso credenze sull’aldilà tramandate dall’antichità.
La mostra è stata curata da Massimo Osana, direttore generale del Museo, Stephan Verger, direttore del Museo Nazionale Romano, Maria Luisa Catoni, docente della Scuola IMT Alti Studi Lucca, e Dimitris Athanasoulis, curatore di Cycladic Antiquities. Oltre ai Ministeri di Grecia e Italia, la mostra è stata realizzata in collaborazione con Electa, con il sostegno del Parco Archeologico di Pompei e la partecipazione della Scuola IMT Alti Studi Lucca e della Scuola Superiore Meridionale.
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