Palermo – Il capoluogo siciliano Palermo si arricchisce di un triste capitolo. Daniela Lo Verde, che, in quanto direttrice di un liceo in una zona disastrata, era infatti considerata “solida come una roccia contro l’illegalità e la mafia” ed è stata picchiata dal presidente Cavaliere, venerdì è stata arrestata con il suo vice per corruzione e appropriazione indebita . Riprese di bug e telecamere nascoste documentano come Daniela Lo Verde abbia rubato computer e tablet destinati agli studenti e abbia riempito il frigorifero della sua villa al mare con il cibo della mensa scolastica.
Daniela Lo Verde è una delle donne più in vista di Palermo che si oppone apertamente alla criminalità organizzata e sostiene una maggiore legalità. Come direttore di un liceo in una zona travagliata di Palermo, vedeva se stesso “solido come una roccia” e la sua scuola come il primo punto di contatto per evitare che i giovani scivolassero nella criminalità. Per il suo impegno, reso anche pubblico, è stato battuto al grado di cavaliere dal presidente Sergio Mattarella.
Peccato che il comportamento che hanno effettivamente esibito non abbia nulla a che fare con il “mantenimento della legalità”. Le riprese video diffuse dai Carabinieri, riprese da una telecamera nascosta, mostrano Daniela Lo Verde mentre ruba cibo dalla mensa scolastica per riempire il frigorifero della sua villa al mare e ruba computer e tablet destinati ai suoi studenti.
Venerdì il preside 53enne e il suo vice Daniele Agosta sono stati arrestati per corruzione e appropriazione indebita. I due sono stati accusati per mesi di furto di generi alimentari, computer e tablet. Computer e tablet sono infatti finanziati dall’Unione Europea per sostenere l’apprendimento dei suoi studenti delle scuole superiori, che sono tra i più poveri d’Italia. Il medico legale, che ha disposto la messa agli arresti domiciliari dei due detenuti, ha parlato di prove documentali “chiare, assolutamente inequivocabili e oltraggiose” e della gestione spregiudicata della scuola al solo scopo di tutelare interessi personali.
L’inchiesta, coordinata dai pm Gery Ferrara e Amelia Luise, ha coinvolto anche una terza persona, Alessandra Conigliaro. Alessandra Conigliaro, anche lei ai domiciliari dal suo arresto, è una dipendente di un negozio informatico che avrebbe acquistato direttamente ed esclusivamente dispositivi elettronici per la scuola e in cambio fornito tablet e cellulari a Daniela Lo Verde e Daniele Agosta.
Riprese video e microspie abilmente installate dai carabinieri testimoniano comportamenti criminali che a volte possono sembrare quasi grotteschi. Nel corso di una conversazione fortuita, ad esempio, la donna di 53 anni ha indicato alla figlia esattamente quali generi alimentari – che in realtà provenivano dalla mensa della scuola – fossero destinati al suo appartamento in città e quali alla sua villa al mare, e dove si trovassero i vari beni di prima necessità. immagazzinato.
Non solo quello. Per ottenere ingenti finanziamenti dall’UE, i presidi ei loro sostituti hanno finto di far frequentare ai loro studenti delle scuole superiori progetti scolastici fuori orario, che in realtà non sono mai stati realizzati, o solo parzialmente. Gli investigatori ritengono che una parte significativa di questi fondi Ue sia finita nelle tasche dei due indagati.
La sua rapina a scuola, che ironicamente ha comportato un furto di computer, ha dato a Daniela Lo Verde un’altra opportunità per presentarsi come un’onesta e vera guerriera della legalità e – ovviamente – per ricevere ulteriori finanziamenti. In una conversazione intercettata con il suo vice, il preside si vanta di aver reso pubblica la storia, rafforzando ulteriormente la sua immagine di sostenitore altruista a beneficio dei suoi studenti poveri. Per sostituire il computer rubato, la sua scuola è stata subito premiata dalla Regione con 3.000 euro.
“Abbiamo ricevuto soldi da tutte le parti”, ha detto Daniele Agosta con Daniela Lo Verde in una conversazione registrata dalla microspia.
Solo un’insegnante, notando che qualcosa non andava, ha avviato un’indagine con le sue lamentele. Le microspie e le telecamere successivamente installate dai Carabinieri nell’ufficio scolastico rivelano attività criminali che hanno fatto crollare la fiducia nella giustizia di molti siciliani dopo l’arresto dei due.
Con ordinanza del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e della Regione Sicilia, il dirigente che da venerdì si trova agli arresti domiciliari è stato sospeso. Nessuno a Palermo avrebbe mai creduto che Daniela Lo Verde, che gestisce una scuola in un quartiere problematico ed è conosciuta fuori Palermo come il “volto della legalità”, usasse il suo lavoro e la sua posizione per intascare i propri soldi.
Da: Ka
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