In questo Mondiale si stanno ottenendo risultati enormi. E il trend non è in diminuzione. la constatazione è crudele, come se il rugby dovesse restare uno sport elitario.
Questa Coppa del Mondo è un punteggio al river. Nel gioco comparativo scegliamo arbitrariamente uno standard di punteggio di 70 punti. Dopo quattro giorni, sette vincitori avevano tagliato il traguardo e il primo turno non era ancora terminato. Francia contro Namibia ed esso Nuova Zelanda contro Italia avvicinandosi addirittura all’Annapurna di un centinaio di punti (96 ciascuno).
Nel 2019, solo una partita ha prodotto una festa del genere (Nuova Zelanda-Namibia, 71 a 3). Per il 2015, la constatazione è chiara: nessuna delle due parti ha sferrato un pugno fino a questo punto.
La Coppa del Mondo appare quindi sempre più sbilanciata, contraddicendo l’idea che il rugby sia uno sport a tutti gli effetti.
Nel 1987, per la prima edizione, quando il rugby era ancora amatoriale, solo tre partite raggiunsero questa soglia (ma la meta era di quattro punti).
24 contro 24 Mondiali, davvero?
Per la prima Coppa del Mondo a venti squadre, nel 1999, sorprendentemente, la barriera dei 70 punti fu superata solo tre volte durante il primo turno. C’è qualcosa di triste in questa osservazione. Si parla spesso delle squadre che sono passate (Argentina, Giappone, Georgia, Portogallo). Tuttavia altri paesi stanno chiaramente sperimentando battute d’arresto, la Romania è l’esempio più eclatante, ma non dimentichiamo che il Canada e gli Stati Uniti non sono ammissibili. Nelle ultime settimane si è discusso del passaggio al Mondiale a 24 giocatori. Possiamo provarci, ma il fatto di partecipare al Mondiale è garanzia di progresso? La Romania gioca nove su dieci, è il Paese più debole nell’edizione 2023. È vero che gli Oaks non dovrebbero esserci. Hanno sostituito la Spagna, sono stati squalificati e hanno approfittato della squalifica della Russia. Ma 24 significa Hong Kong, Zimbabwe o Kenya… Quanti dovranno affrontare contro i governanti di “Livello 1”? I Mondiali susciteranno interesse?
Nel corso degli anni, World Rugby ha fatto del suo meglio per creare nuove competizioni e, naturalmente, qualificazioni per World Rugby. Tuttavia, il numero dei praticanti e l’alto livello di cultura non possono essere determinati… Pablo Lemoine, allenatore cileno chi ne ha presi 71 contro l’Inghilterra lanciando sassi nello stagno: “Tra quattro anni tutto sarà uguale”. Lo abbiamo trovato cosciente. Secondo lui solo il confronto con i grandi paesi può cambiare la situazione. Difficile da organizzare. Possiamo provarci… Da quando ha partecipato al Torneo, l’Italia è davvero decollata? Stiamo ancora aspettando, ventitré anni dopo.
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