Come ha fatto il Presidente del Governo, Pedro Sánchez, sabato scorso, anche il Terzo Vicepresidente e Ministro per la Transizione ecologica e le Sfide demografiche, Teresa Ribera, ha manifestato l’interesse del Governo per la bozza d’imposta italiana sugli utili a picco dei grandi , gas e petrolio).
Questa nuova imposta statale italiana con una nuova imposta del 10%, per un totale del 25%, gli utili vengono percepiti come differenza tra il 1° ottobre 2021 e il 31 marzo 2022, purché superiore a 5 milioni di euro.
Il governo di Mario Draghi stima che in quei mesi questi benefici straordinari ammontassero complessivamente a 40.000 milioni di euro. I calcoli si basano sui profitti aziendali e non riguardano solo le società elettriche, ma si basano anche sulle tasse che interessano tutte le società energetiche, comprese quelle che fanno affari con gas naturale o petrolio.
Con tutte le garanzie
Il terzo vicepresidente del governo ha anche commentato che “il ministero delle Finanze sta studiando le modalità per far funzionare queste cifre fiscali con tutte le garanzie e secondo le regole abituali del nostro sistema fiscale”.
Nel frattempo, María Jesús Montero, ministro delle finanze e delle funzioni pubbliche, ha riferito ieri che “tutti possono capire che un gruppo di società energetiche, non solo elettriche, ha benefici ingiustificati ed è stata considerata come” giustizia sociale che l’onere dell’aumento dell’inflazione viene ridistribuito”.
Montero ha commentato che “lo faremo con l’aiuto dei due gruppi che sostengono questo governo e, credo, con l’approvazione dei gruppi che normalmente impongono l’azione del governo al Congresso”.
Ribera, infine, si è mostrato favorevole all’imposizione di limiti di prezzo alle importazioni di petrolio dalla Russia e ha annunciato che chiederà a Bruxelles di accelerare i lavori, in linea con il dibattito aperto in seno al G-7.
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