Gli estemporanei punitori sembravano pronti ad agire, come qualsiasi altra milizia, contro ogni ingerenza. Se le forze di sicurezza dello Stato – polizia, guardie di frontiera, esercito – non possono ristabilire l’ordine “dove e come dovrebbero”, allora qualcuno deve intervenire per colmare le presunte “scappatoie”, dicono le sedicenti “guardie”. legge’ “.
Dal confine Stati Uniti d’America-Messico ai margini della Francia, la mentalità punitiva del “vigilante” sembra “prosperare” nel contesto della messa in discussione dell’istituzione più ampia.
A prima vista, i comuni cittadini sembrano pronti a prendere in mano la legge nel tentativo di affrontare sfide reali come l’immigrazione irregolare e la criminalità.
Tuttavia, se guardiamo più in profondità, vediamo gruppi che non risolvono il problema ma, al contrario, lo complicano: promuovono i propri programmi politici estremi, pretendono di strappare il monopolio della violenza dalle mani dello stato, minano la sicurezza ufficiale . potere, mettendo in discussione le istituzioni e, in ultima analisi, rivendicando il potere stesso.
La “logica” punitiva del “raddrizzare i torti” e del “ripristinare l’ordine” è culminata il 6 gennaio 2021 a Washington, DC, quando migliaia di sostenitori di Trump, tra cui membri di gruppi armati neofascisti (Oath Keepers, Proud Boys, Three Percenters ), ha tentato di invadere il Campidoglio con l’obiettivo di ribaltare i risultati delle elezioni presidenziali statunitensi che si erano svolte nel novembre 2020.
Tuttavia, il Brasile vivrà uno scenario simile nel gennaio 2023, quando migliaia di sostenitori di Bolsonaro cercheranno di prendere d’assalto il Congresso a Brasilia, con l’obiettivo di ribaltare i risultati delle elezioni presidenziali che hanno preceduto il paese nell’ottobre 2022.
I sostenitori di Trump e Bolsonaro, quando vedono il loro eletto perso alle urne, battezzano il risultato elettorale un “prodotto di frode” e cercano di rovesciarlo con un colpo di stato, con la forza.
Tuttavia, la Francia è recentemente entrata in un nuovo ciclo di violenza, ambientato sullo sfondo dell’uccisione del diciassettenne Nael Merzouk da parte della polizia a Nanterre, un sobborgo di Parigi. La notizia dell’omicidio di Nael innesca prevedibilmente l’episodio. A partire dalla sera del 24Lui A giugno e tutte le notti successive fino al 4 luglio, migliaia di persone – per lo più giovani, tra cui molti minorenni – si sono scontrate con le forze di polizia in molte città francesi, distruggendo (negozi, automobili), attaccando edifici governativi e saccheggiando.
La Francia ha sofferto qualcosa di simile nell’autunno del 2005, dopo la morte di due giovani che sono stati fulminati nel sobborgo di Clichy-sous-Bois vicino a Parigi mentre cercavano di sfuggire alla sorveglianza della polizia. Tuttavia, a differenza del 2005, anche questa volta gruppi di cittadini “arrabbiati” sono comparsi per le strade della Francia, organizzando contromanifestazioni contro i disordini.
Il giornalista britannico di origine greca Aris Roussinos ha osservato, attraverso un articolo da lui pubblicato sul sito web di Unherd, che “in città di provincia come Lione, Angers e Chambéry, sono comparsi gruppi di giovani vestiti di nero, armati di mazze e spray al peperoncino, mirando a scontro con i rivoltosi e i manifestanti di sinistra che li sostenevano”, che non si era visto nel 2005.
Un ruolo importante in alcuni di questi incontri, ad esempio nella zona di Angers, è stato svolto dalle organizzazioni studentesche di destra Le Rassemblement étudiant de droite – ROSSOdalla cui parte, invece, gli altri gruppi di destra francesi (sindacato studentesco Gruppo di Difesa dell’Unione – GUD) ma anche dall’estero (neofascista italiano CasaPound e il suo studente “attaccamento” Blockco Studentesco). Nel relativo annuncio, gli esponenti di destra invocavano “l’autodifesa popolare” contro i “traditori della nazione” e la “feccia dell’estrema sinistra e delle periferie”.
Giornalisti come Roussino parlano di “contromanifestazioni” provenienti dall’estrema destra che ora stanno facendo sentire la loro presenza dove prima non c’erano. I conflitti violenti tra i gruppi di estrema destra e di sinistra, ovviamente, sono passati principalmente in paesi come la Francia (mostra il contenuto del documentario “Chasseurs de Skins” con riferimento agli anni ’80).
Le voci emarginate ed estreme sembrano aver acquisito un ruolo più centrale negli sviluppi politici negli ultimi anni, con i social media che fungono da trampolino di lancio, non solo negli Stati Uniti e in Brasile, ma anche in Europa.
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