Mentre il sole tramonta, Teresa Altamura si muove nella sauna con la grazia di un cigno. In una mano teneva un grande ventaglio bianco che agitava come ali nell’aria umida. Ad ogni movimento mi raggiunge il profumo del larice alpino.
“Fai un respiro profondo”, sussurrò. Mi appollaio sui gradini di legno della sauna, disposti come un piccolo anfiteatro davanti a una vasca di rocce calde. Ma con l’odore del bosco non potevo fare a meno di sentirmi in contatto con il mondo esterno. Attraverso la finestra vedevo attraverso il vapore un giardino di cipressi, e più in là una montagna simile al cappello di una strega.
Le saune a tema, come questa infusione meditativa, sono solo una delle esperienze rilassanti offerte da Sensoria, hotel alpino per famiglie nelle Dolomiti. Nel 2022 è stato completamente trasformato in un centro benessere in legno e vetro: ippoterapia, yoga e persino una cerimonia di saluto alla luna nuova. Quest’ultima pratica consiste nel far avverare i propri pensieri e desideri scrivendoli durante la luna nuova. Sebbene lo sci, l’arrampicata e l’escursionismo rimangano le principali fonti di reddito per la catena italiana, i locali sperano che queste attività attirino un pubblico più ampio poiché i nuovi voli per Bolzano portano più visitatori nella zona.
Ma ovviamente la più grande attrazione della zona è il suo paesaggio dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Sensoria è progettata secondo i principi architettonici giapponesi: il campo visivo intorno all’alloggio conduce ad una vista sulle montagne volutamente incorniciata, dove uno dei profili più famosi delle Alpi italiane si erge direttamente sopra il lettino.
Lo Sciliar è una ripida parete grigia che termina presso il frammento granitico del Passo Santner, un enorme cappello da strega. Gli abitanti della regione infatti affermano che a Santner vive un gruppo di streghe che utilizzano le rocce della foresta come trampolini di lancio. Con i suoi 2.414 metri, Santner è grande solo la metà di alcuni dei suoi vicini più famosi nelle Alpi, ma ciò che gli manca in statura è più che compensato dalla presenza.
“Santner è un simbolo dell’Alto Adige”, mi ha spiegato la mattina dopo Patrick Mauroner, la mia guida alpinistica, mentre lo ammiravamo dall’altopiano dell’Alpe di Siusi, raggiungibile con una breve corsa in funivia sopra l’hotel. Da questa angolazione, la montagna appariva molto diversa, mostrando una lunga coda e una grande groppa, come una mucca che pascolava sotto di essa.
Patrick, un residente locale che lavora come istruttore di fitness quando non è in montagna, era sotto l’influenza proprio come me. “Porta il nome del primo che lo scalò, un austriaco, nel 1880”, mi racconta, con gli occhi ancora fissi sulla montagna. “Questa è una salita tecnica, ma diversi membri della squadra della spedizione l’hanno scalata a piedi nudi. »
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