Eva Kaili: “Gli è stato offerto un patteggiamento e rifiutato” – ha testimoniato Pancheri e “bruciato” le persone

Lo sviluppo dovrebbe essere eccitato a partire da domani, martedì (24/1) nel suo caso Porta del Qatarperché quel giorno è il “cervello” del circuito alle spalle scandalo finanziamento da Catarro, Molo Antonio Pancheri, riferirà alle autorità belghe. Ex europarlamentare d’Italia, se mantiene l’accordo che ha fatto con loro Belgio Pubblico ministero, domani dovrebbe… esporre tutto, fare nomi e fatti dettagliati, dopo aver ottenuto da parte sua una riduzione di pena.

Nuovi dati da Pancheri

Nel dettaglio, come riportato dai media belgi e italiani, Pancheri è atteso martedì per fornire informazioni che dovrebbero “bruciare” molti dei coinvolti. Le informazioni finora lo dicono Molo Antonio Pancheri, il presunto genio Porta del Qatar, sarà tenuto a dire la verità alle autorità giudiziarie belghe, senza nascondere nulla. Perché, altrimenti, è “in violazione dell’accordo” che ha fatto con i pubblici ministeri belgi per ridurre la pena.

Kaili ha rifiutato di scendere a compromessi

“Pantserie darà un nuovo nome coinvolto nello scandalo Catarro e lei Marocco“, caratteristicamente affermato da una fonte di Euractiv, la quale ha infatti affermato che proposte per un accordo simile alla Pancheri erano state avanzate dalle autorità belghe in Eva Kaili, con lui che tuttavia rifiuta di dichiararsi colpevole. “Politicamente finirà, ma legalmente riceverà una punizione migliore […] può continuare la sua vita nel settore privato”, ha detto la fonte.

Finora l’italiano era rimasto in silenzio, ma due fattori stavano esercitando una forte pressione su di lui, costringendolo a cambiare tattica. Secondo quanto riferito, l’ex eurodeputato è stato messo sotto pressione da una decisione del tribunale italiano di estradare sua figlia Belgioma anche dal fatto che nessuno dei due eurodeputati Eva Kaili e il suo compagno, Francesco Giorgio -L’ex assistente di Pancheri- lo ha incolpato fin dal giorno in cui sono stati arrestati. Nei giorni scorsi informazioni da Bruxelles parlavano di un ampio riferimento di Eva Kaili alle dichiarazioni di Pancheri alle autorità belghe e anzi in modo negativo.

Cosa svelerà Pancheri

Con il benestare che ebbe il Pancheri, promise di informare gli inquirenti ed in particolare il Tribunale di:

  • modalità operativa,
  • accordi finanziari con paesi terzi,
  • struttura finanziaria creata,
  • beneficiari della struttura e dei vantaggi offerti,
  • il coinvolgimento di persone note o sconosciute nel caso, comprese le identità di coloro che si ammette abbiano commesso corruzione.

Secondo il memorandum firmato, la pena di Pierre Pantcheri sarà determinata, ma limitata. Ciò includerà la reclusione, le multe e la confisca di tutte le plusvalenze patrimoniali, per un valore di un milione di euro. È la seconda volta nella storia giudiziaria belga, dopo l’adozione della cosiddetta legge “pentiti” (pentimento, riferimento a una legge italiana che consente le indagini sulle mafie) che questa procedura si è conclusa con la firma di un memorandum. In entrambi i casi è la strategia adottata dalla Procura Federale.

“Eva Kaili si sente tradita”

Anche l’avvocato Eva Kailis ha parlato di questo caso oggi, lunedì, nel principale bollettino d’informazione ANT1. Michalis Dimitrakopoulosil che dimostra che l’eurodeputato greco non è preoccupato per quanto si vocifera di essere pronto a testimoniare domani Antonio Pansieri. “Perché ora Pancheri ha deciso di raccontare tutto? Sua moglie e sua figlia sono coinvolte nello scandalo, quindi per salvare la sua famiglia può coinvolgere personalità politiche di altri Paesi e firmare qualunque cosa gli chiedano. Persone che non hanno notizie, da paesi come l’Inghilterra, la Francia e forse la Grecia”, ha sottolineato inizialmente Dimitrakopoulos.

Sottolineò, infatti, quello che la signora Kaili poteva sapere di Pantseri, lo sapeva solo tramite suo marito. “Non sapeva delle transazioni che Pancheri aveva con il Qatar o con altri paesi. Non ha chiesto nulla a Kaili tramite suo marito”, ha spiegato Dimitrakopoulos, sottolineando che i pubblici ministeri belgi non potevano “legare” l’accusa di corruzione contro la signora Kaili perché non c’erano prove. Ha anche menzionato come si sentiva Eva Kaili del marito, dicendo che era il padre di suo figlio, ma, come ha detto in tribunale, “era stato tradito, sentiva che si fidava di lei e le metteva i problemi in casa”.

Infine, Dimitrakopoulos ha anche risposto alla pubblicazione di Politico, che parlava degli sforzi della sorella di Eva, Kaili, per rimuovere la sua azienda dal record di trasparenza dell’UE. Maddalena Kaili. L’articolo è completamente inesatto, invieremo una risposta a Politico. Questa rimozione dalla lista Ue per la trasparenza non è stata effettuata su richiesta di Maddalena Kaili, ma è stata effettuata dalla stessa Ue perché non c’era attività”, ha spiegato l’avvocato.

Alberta Trevisan

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