Il frigorifero Friar del gruppo Vicentin assumerà un aspetto più rispettoso dell’ambiente a partire da agosto 2018. Insieme al gruppo italiano Ergon, l’azienda si è assicurata due progetti del programma Renovar 2.0 per la produzione di biogas da letame animale, che saranno investiti circa 10 dollari USA milioni. In particolare, l’esborso sarà coperto da un gruppo italiano, specializzato nella fornitura di tecnologie rinnovabili, al quale Friar trasferirà terra e rifiuti, sia dai frigoriferi che dai feedlot.
Per la precisione un progetto di ingrasso l’azienda ha poco a nord di Santa Fe, a 30 km di distanza. della Reconquista, chiamato Los Corrales de Nicanor. Lì ha 14.000 capi di bestiame, che rappresentano il 30% della fornitura ai suoi due stabilimenti produttivi (Reconquista e Nelson, acquisiti da Finexcor nel 2011). Là produrrà biogas dallo sterco di vacca. “Oltre all’aumento dell’impatto ambientale, nelle stalle verranno apportati miglioramenti che avranno un impatto sull’attività dei mangimi, ad esempio consentendo un ingrasso più rapido”, ha dichiarato a El Cronista Nicolás Di Nápoli, direttore generale di Ergon.
Il secondo progetto sarà simile, ma per un frigorifero che Friar possiede nella città di Reconquista, che volumizza 900 capi al giorno. Ogni progetto genererà un megawatt di energia che sarà convogliata nella rete di Cammesa, attraverso l’installazione di un biodigestore. «Per il frigorifero verrà utilizzata acqua rossa e verde, composta da rifiuti, grassi, fluidi e tutti i rifiuti organici degli animali», afferma Di Nápoli. In entrambi i casi, l’investimento è stimato in circa 5,5 milioni di dollari ma prevede già una modalità scalabile, con l’obiettivo di entrare in RenoVAr 3.0 il prossimo anno per aggiungere capacità. A medio termine, l’utilizzo dell’energia termica è incluso anche nei progetti di cogenerazione.
Refrigerator si posiziona come il quarto esportatore di carne bovina del Paese, e il primo esportatore di Quota 481, con il 28% del totale. Nel corso del 2016 ha raggiunto i 188.000 capi, con una produzione di 52,2 milioni di chili di carne con osso (5° posto nella classifica dei macelli). Intanto questa sarà la prima forte attività del gruppo italiano nel Paese (presente in Perù). “Stiamo pensando di raddoppiare l’attività del gruppo nel paese a 10 nel prossimo anno. C’è un grande bisogno di incorporare questa tecnologia nell’Argentina rurale nel tentativo di prendersi cura dell’ambiente e ridurre i costi di utilizzo dell’energia”, ha affermato il esecutivo.
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