Gianluca Vialli è morto. L’ex calciatore italiano sta combattendo contro un cancro al pancreas

Il calcio italiano piange. Vialli è considerato uno dei migliori attaccanti degli anni ’80 e ’90 del secolo scorso.

Vialli si ammalò nel 2017 e ci vollero diversi mesi prima che annunciasse la sua salute. Ha subito chemioterapia e radioterapia e ha perso sette chilogrammi.

Dopodiché, sembrava aver sconfitto la pericolosa malattia. Ma qualche settimana fa è tornato e non ce la faceva più. Vialli lascia la moglie Cathryn e le figlie Olivia e Sofia.

“Grazie a tutti coloro che l’hanno sostenuta con passione nel corso degli anni. Il suo ricordo e il suo esempio vivranno per sempre nei nostri cuori”, ha detto la famiglia Vialli.

Il cremonese ha trascorso gran parte della sua carriera alla Sampdoria Genoa, con la quale ha raggiunto la finale di Champions League (1992), quattro anni dopo ha vinto la prestigiosa competizione per club con la Juventus.

Con il club torinese vinse la Coppa Uefa nel 1993, con la Sampdoria (1990) e con il Chelsea (1998) vinse in Coppa delle Coppe.

A quel tempo, era già un allenatore del Chelsea, che ha guidato anche dopo la fine della sua carriera da giocatore. È diventato il primo allenatore italiano in Premier League.

“Questo è un giorno terribile per il Chelsea. L’eredità di Gianluca come giocatore, allenatore e soprattutto come persona sarà iscritta per sempre nella storia del club, vivrà allo Stamford Bridge. Inviamo le nostre più sincere e sentite condoglianze al suo famiglia e amici”, hanno dichiarato il presidente del club Todd Boehly e Behdad Eghbali in una dichiarazione congiunta su Twitter. Il social network del club diventa nero.

Dal 2001 ha lavorato come allenatore del Watford, durando solo una stagione.

Ha giocato 59 partite con la nazionale, partecipando ai Mondiali del 1986 in Messico e quattro anni dopo in casa in Italia, dove ha vinto il bronzo.

In Nazionale e alla Sampdoria ha iniziato ad attaccare al fianco di Roberto Mancini, attuale allenatore della Nazionale italiana.

La dirigenza sindacale italiana gli propone un posto in nazionale, Mancini lo spinge poi a diventare capodelegazione.

Insieme c’erano quando l’Italia vinse gli Europei nell’estate del 2021. Le loro foto in un toccante abbraccio da Mancini fecero il giro del mondo. “Sognava di vincere trofei con la Nazionale. Ma non se lo sarebbe mai immaginato”, ha scritto la Gazzetta dello Sport nei commenti.

“Di solito mi siedo sul podio accanto al presidente, ma ora mi siedo in panchina. Non sono stato in panchina per vent’anni, l’ultima volta è stata al Watford. Ma soprattutto, mi sono seduto accanto a Robert. Trascorriamo molto tempo insieme, ma soprattutto al parco giochi. Evoca ricordi ed emozioni forti”, ha ammesso all’epoca Vialli.

“Abbiamo fatto tanta strada insieme, cresciuti, vinti e sognati. Ti ricorderemo ragazzo e attaccante instancabile, perché gli eroi erano tutti giovani e belli. E tu sei stato il nostro eroe dall’estate del 1984. Forte e bellissimo, con il numero nove sulla schiena. Il leader più forte della Sampdoria, legato al tuo ‘gemello’ Roberto Mancini”.

“Cremona piangeva. Per strada, nei bar, ovunque, si parla solo del nostro Luca. Il sindaco dovrebbe dichiarare un giorno di lutto per questa città”, scrive la Gazzetta dello Sport.

“Che attaccante, un vero combattente. Mi dispiace molto”, ha detto alla televisione italiana il leggendario portiere Dino Zoff.

“Peccato, peccato. E’ un grande giocatore, una grande persona, piena di passione e generosità”, ha commentato l’ex ct della Nazionale italiana, Arrigo Sacchi.

“Tutto il Napoli è solidale con la famiglia. Gianluca Vialli è un campione indimenticabile e un esempio di persona straordinaria”, ha espresso il cordoglio del club partenopeo.

Michela Eneide

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