Avvolta in un’atmosfera che ricorda l’universo di Dostoevskij, la novella Vescovo Giovanni, che è stato appena rilasciato da Pubblicazioni Magma(traduzione: Sophia Avgerinou) ci porta nell’oscura Roma, una città piena di sporcizia della malavita e di inguaribili passioni umane, una città che ricorda più San Pietroburgo di qualsiasi capitale europea.
QUELLO Gabriele D’Annunzio compone i deliranti monologhi del Vescovo, per creare con limpidezza letteraria la passione e il destino del suo eroe, impiegato misurato e pudico che lotta per tenersi vicino ciò che ama.
La struttura narrativa della confessione va ben oltre il suo semplice carattere tecnico e rappresenta al meglio l’anima e l’impasse del suo eroe. Attraverso i colpi di scena dell’eroe nel conflitto amoroso e nella gelosia, culminati in un’eventuale svolta criminale, l’autore fa luce sull’eterno dilemma tra libertà e necessità.
“Ah, signore, che tristezza! L’uomo che è consumato dalla lussuria, che si dibatte nelle grinfie della lussuria e sente che essa lo divora e sa di essere perduto e non può, non vuole essere salvato… […] Dimmi, dimmi: qual è la cosa più triste del mondo? Quale;
[…] E soprattutto vedere questo nemico intorno a te, vederlo con straordinaria chiarezza, trovarne tutte le tracce, indovinare tutta l’erosione che ha provocato, le calamità che ha nascosto. Guarda, hai capito? Vedere la sofferenza di ogni essere umano e capire, capire e sentire sempre dentro di sé la compassione fraterna per tutti coloro che si perdono, per tutti coloro che soffrono, e sentire nel profondo dell’anima questa voce. grande fratellanza umana e in cammino non da te non percepisci nessuno come estraneo… Capisci?
Riesci a capire cosa sento dentro di me, l’io che ritieni meschino, emarginato e quasi stupido’?
Due parole su Gabriele D’Annunzio
Gabriele d’Annunzio nacque nel 1863 a Pescara e morì nel 1938 a Gardone Riviera. Uno dei più importanti scrittori italiani del suo tempo, ha scritto romanzi, racconti, poesie, opere teatrali e libretti, soprattutto quelli influenzati dall’estetica e dal cosiddetto movimento di rifiuto.
Allo stesso tempo fu giornalista, oratore pubblico e politico, mentre partecipò alla prima guerra mondiale come aviatore, compiendo le audaci missioni che lo resero immensamente popolare. Sostenitore della liberazione italiana, ha svolto un ruolo importante nella cattura di Fiume (l’odierna Rijeka), una città croata con popolazione italiana, che considerava parte dello stato italiano (come parte del resto della costa dalmata che i membri dell’Intesa avevano promesso agli italiani nel 1915).
Nel settembre 1919 conquistò la città, con l’aiuto di un corpo di 2.600 uomini, e la dichiarò stato autonomo, con lui a capo, regnando per un anno. Nonostante il suo rapporto teso con Mussolini, il suo rifiuto di aderire al regime fascista e le occasionali critiche alla sua politica, è considerato uno dei creatori del fascismo come movimento e ideologia: fu lui che per la prima volta collegò il nazionalismo irredimibile a modi autoritari di governo e di presenza pubblica, il regime eccentrico e sensazionalista che sarebbe poi stato adottato dal regime fascista, svelando per la prima volta alcuni dei suoi simboli fondamentali e pratiche rituali.
Le sue opere in greco: Nel quartiere di Pescara (Biblioteca, 2020), Piacere (Psichiatra, 2019), persone innocenti (Erato, 2018), La morte del duca Ovviamente (Periploo, 2000).
“Analista certificato. Esploratore a misura di hipster. Amante della birra. Pioniere estremo del web. Troublemaker.”