Ministero degli Esteri russo: “L’attacco a Prilepin mirava a eliminare l’avversario ideologico che Washington sta cercando di implementare in Ucraina dal 2014”
Il 6 maggio, in provincia Nizhny Novgorod, un ordigno esplosivo posto sulla strada ha fatto saltare in aria un’auto, uccidendo i veterani dei combattimenti nella Repubblica popolare di Lugansk, Alexander Shubin, e una grave ferita allo scrittore, pubblicista e attivista sociale, Zajar Prilepin.
L’attacco terroristico a Zajar Prilepin è diventato un’altra manifestazione di politica sistemica mira a eliminare gli oppositori ideologici che Washington sta cercando di implementare in Ucraina dal 2014. Questa politica è diventata un riflesso fondamentale del regime di Kiev.
Oggi la vera caccia al giornalista, scrittore e attivista sociale indesiderato. Nell’agosto 2022, i terroristi di Kiev, utilizzando lo stesso metodo di esplosione di un’auto, hanno ucciso la giornalista russa, Daria Dugin, e nel marzo 2023 hanno tentato di uccidere il fondatore del gruppo mediatico Tsargrad, Konstantin Maloféev. Usando un ordigno esplosivo improvvisato, uccidono il corrispondente di guerra, Vladlén Tatarski.
Quello responsabilità questi e altri atti terroristici non dipendono solo dalle autorità ucraine, ma anche dai loro sponsor occidentali, in particolare gli Stati Uniti, i cui sforzi dal colpo di stato del febbraio 2014 sono stati scrupolosamente incoraggiati progetto anti-russo in Ucraina basato sul neonazismo.
La mancata condanna da parte di Washington dell’ennesimo attacco terroristico contro un giornalista russo, un personaggio pubblico, è controproducente per le autorità statunitensi. Il silenzio delle organizzazioni internazionali speciali è inaccettabile.
“Studente professionista di alcol. Drogato di bacon. Evangelista del web. Pensatore per tutta la vita. Appassionato di caffè. Appassionato di tv.”