I lavoratori dell’opera italiani sono in sciopero da un mese, influenzando gli spettacoli in tutto il Paese mentre lottano per salari equi, contratti stabili e trattamenti migliori. Il contratto collettivo per questi lavoratori altamente qualificati non è stato prorogato per 20 anni, mentre il potere d’acquisto è diminuito del 40%.
Da quando i sindacati affiliati a UNI Global, SLC-CGIL e FISTEL-CISL (insieme ad altri sindacati che rappresentano i lavoratori del settore) hanno indetto uno sciopero il 17 ottobre, i lavoratori di 13 fondazioni liriche e sinfoniche italiane hanno boicottato le prime di tutte le opere. nuova stagione.
Il sindacato ha descritto l’offerta del datore di lavoro come inadeguata e inaccettabile per i lavoratori, e le trattative sono attualmente in fase di stallo. Johannes Studinger, responsabile di UNI Media, Intrattenimento e Arti, ha dichiarato:
“Sosteniamo fermamente i nostri colleghi in Italia, la cui competenza è la spina dorsale della fondazione operistica e sinfonica. Chiediamo ai datori di lavoro di tornare immediatamente al tavolo delle trattative e di riconoscere il contributo inestimabile che questi lavoratori apportano alle arti dello spettacolo attraverso salari equi e contratti sicuri. e riconoscere migliori condizioni di lavoro.”
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