Secondo l’agenzia indipendente Balkan Investigative Reporting Network (BIRN), l’Albania ospita 19.000 pensionati italiani.
Questo numero, secondo BIRN, sarebbe molto più alto se si aggiungessero gli imprenditori, i lavoratori e gli operatori italiani attivi nei vari settori del Paese.
I pensionati italiani scelgono di vivere soprattutto nelle zone costiere come Durazzo, Avlona, Scutari, Agios Saranda e la capitale Tirana.
A Durazzo 4mila italiani hanno una propria chiesa cattolica che opera in italiano. Ora hanno il loro posto nel cimitero cittadino dove vivono. Inoltre assicurarono che tutte le infrastrutture italiane fossero pronte per l’uso prima della Seconda Guerra Mondiale.
Secondo APE-MPE si sentono pienamente integrati con la società locale albanese e con i tanti artisti italiani che danno vita al movimento culturale delle città albanesi.
“Parlo albanese con albanesi, mi rispondono in italiano”
Un tipico esempio del grado della sua integrazione nella società albanese è la risposta dell’italiano Geatano Castellon, considerato il decano italiano di Durazzo, alla domanda sul perché non parlasse albanese. “Non ce n’è bisogno, mi ha risposto, perché appena parlo albanese con gli albanesi, mi rispondono in italiano.”
Negli ultimi anni il numero di pensionati italiani che vivono in Albania è aumentato notevolmente. Per il fenomeno del loro aumento in Albania, i pensionati italiani fanno riferimento all’accordo bilaterale Italia-Albania, che esenta dalle tasse le pensioni dei cittadini italiani che vivono in Albania.
L’Albania è ora l’unico paese a mantenere l’accordo, mentre paesi come Portogallo, Bulgaria o Tunisia hanno abolito accordi simili, ha detto a BIRN il rappresentante italiano in pensione in Albania.
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