Il giorno del giudizio per Kaili – Decidono oggi 1/19 se rilasciarlo o meno dal carcere

Nuovi arresti dopo che Panzeri ha accettato di collaborare con le autorità belghe

(agg.) Giorno del giudizio è oggi per lui Eva Kaili perché sarebbe stata di nuovo alla sua presenza consiglio preprocessuale dal Belgio, cioè deciderà se prolungare la custodia cautelare nella prigione di Haren a Bruxelles o se uscirà indossando un “braccialetto” elettronico.come è avvenuto con una delle quattro persone arrestate nello scandalo QatarGate che ha scosso il Parlamento europeo.
Nonostante la decisione della “mente” dello scandalo, Antonio Pansieri lavorare a stretto contatto con le autorità belghe per rivelare tutto sul funzionamento del circuito e sulle rotte del denaro che hanno creato nuovi dati che ogni giorno svela nuove rivelazioni ma anche arresti, denunce quel clima per la sig. Kaili è negativo.

Linea di difesa

Secondo le informazioni, l’avvocato della signora Kaili rimarrà sulla linea difensiva che hanno seguito fino ad oggi, mostra la via Eva Kaili è innocenteche non sapeva nulla delle valigie e dei soldi trovati in casa sua e così via non ha niente a che fare con l’anello di corruzione che i Panzeri avevano preparato.
Si precisa che la sig.Kaili, che è accusato di corruzione, riciclaggio di denaro e partecipazione a un’organizzazione criminale, ha scontato circa 40 giorni di carcere, durante i quali padre e figlio gli hanno finora fatto visita.

Panzeri “ha dato” alla gente

La signora “fortunata” Kaili dipenderà molto anche da quello che rivelerà Antonio Panzeri, che ha firmato un accordo di collaborazione con le autorità competenti quindi se ne andrà facilmente, visto che si prevede che la cosa peggiore che gli possa capitare – a parte la confisca dei suoi beni acquisiti attraverso attività criminali e imposizione di una multa di 80.000 euro – deve scontare un anno di carcere o con un “braccialetto” elettronico.
Si pensa che Panzeri “regalerà” ancora di più all’eurodeputato e ai suoi ex compagni impegnati sul ring.

È pronto a dire la verità

“Antonio Panzeri è pronto a dire tutta la verità e a contribuire all’efficacia delle indagini.
Ha stipulato un accordo di cooperazione con l’ufficio del procuratore federale belga in uno stato di evidente shock psicologico.
È a disposizione degli investigatori giorno e notte per rispondere alle loro domande.
Spera che non succeda nulla di doloroso a sua moglie e sua figlia”, ha detto l’avvocato di Panzeri.

Divulgazione e arresto

A seguito delle rivelazioni di Panzeri, le autorità italiane hanno iniziato ad arrestare la sua consulente fiscale, Monica Rossana Bellini a Milano, a seguito di un mandato di arresto inviato alle autorità italiane dai pubblici ministeri belgi con l’accusa di riciclaggio di denaro, corruzione e attività criminale.
Bellini è stato arrestato il 17/1 ed è già detenuto nel carcere di San Vittore, mentre nei prossimi giorni un tribunale italiano dovrà decidere se accogliere la richiesta di estradizione di un giudice belga.
Secondo il rapporto, Bellini faceva parte di una rete che “riciclava” ingenti somme di denaro provenienti dal Qatar e dal Marocco, mentre sarebbero stati nominati il ​​ragioniere e la figlia di Panzeri, Silvia.

Ha bruciato Tarabella

Panzeri avrebbe rivelato di aver dato soldi all’eurodeputato belga, di origine italiana, Mark Tarabella.
“Davo i soldi a Tarabella in un posto diverso.
I soldi sono in un sacchetto di carta.
È iniziato due anni fa.
Il contatto è per lo più stabilito da me e talvolta da Giorgi.
Ogni volta, ammonta a circa 20.000 euro.
Ogni volta inviamo denaro a intervalli di due o tre mesi e l’ultima consegna risale a sei mesi fa”, ha detto Panzeri.
“Durante un incontro con Mark Tarabella, Giorgi e io gli abbiamo chiesto se accettava di mantenere un certo incarico e se voleva regali vari, anche in denaro”, ha detto Panzeri, che secondo il Corriere della Sera ha ammesso di aver dato a Tarabella un totale di 120.000 140.000 euro per mantenere una posizione a favore del Qatar.

Tarabella si è dichiarata non colpevole

Nonostante le accuse di Panzeri, l’eurodeputato belga Mark Tarabella si dichiara innocente.
In un messaggio elettronico alla commissione Affari giudiziari del Parlamento europeo, Tarabella ha affermato che quanto detto da Panzeri lo diceva per difendere i propri interessi.
“Ancora oggi non ho il diritto di difendermi.
Mi dichiaro e mi dichiarerò non colpevole.
Non ho mai accettato denaro o regali in cambio delle mie opinioni politiche.
Sono processato dall’opinione pubblica o da alcuni miei colleghi sulla base di notizie di stampa o confessioni per difendere gli interessi comuni dei detenuti, una confessione che sembra essere cambiata di volta in volta, contraddicendo la mia stessa posizione”, ha detto Tarabella.
Ha rilevato che le autorità belghe avevano chiesto la revoca dell’immunità di Tarabella, che è stata espulsa dai socialisti al Parlamento europeo e dal Partito socialista belga nel corso delle indagini.

Mostra anche Cozzolino

Secondo il quotidiano italiano Il Sole 24 Ore, Panzeri “presumibilmente ha esortato i pubblici ministeri a confermare anche la posizione dell’eurodeputato del Partito Democratico italiano di centrosinistra, Andrea Cozzolino, ma senza menzionare il pagamento del denaro”.
Il Corriere della Sera riferisce che Francesco Giorgi, socio di Eva Kaili, ha detto di lui che “si occupa di Marocco”.
Da notare che anche la Commissione Affari Giudiziari del Parlamento Europeo ha chiesto la revoca dell’immunità di Cozzolino.

Memorandum

Con nota a firma Panzeri (in base agli artt. da 216-1 a 216-8 c.p.p., a proposito di indagato pentito) viene chiesto di informare gli inquirenti e la Procura in particolare circa:
– modalità operativa,
– accordi finanziari con altre parti coinvolte,
– struttura finanziaria stabilita,
– Struttura degli stakeholder e benefit offerti,
– il coinvolgimento di persone note e sconosciute nelle indagini, compresa l’identità di persone che confessano di aver ricevuto tangenti.
Le autorità belghe hanno annunciato che “è la seconda volta nella storia del diritto belga, dall’introduzione della cosiddetta legge “pintiti” (pentiti sp rammarico, con riferimento a una legge italiana che consente le indagini di mafia), questo processo ha portato nella firma di un memorandum, ha affermato che il caso è gestito dalla Procura federale”.

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Alberta Trevisan

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