Un anno fa, il sindaco di Cáceres, Luis Salaya, ha confermato che il Consiglio Comunale avrebbe fatto tutto quanto in suo potere per trovare un’alternativa e accelerare la rimozione dell’antenna da Plaza de Italia e ha ricordato che si tratta di un edificio protetto dove diverse patologie sono stati trovati che mettono in pericolo la loro condizione. L’assemblea plenaria della città ha confermato nel marzo 2022 un precedente accordo passato anche dalla Commissione urbanistica e in cui a Retevisión sono stati concessi tre mesi per rimuovere l’antenna che aveva occupato lo spazio del monumento ai lavori sui canali di Plaza de Anthony.
La società ha sporto denuncia e sono state archiviate dal Concistoro. Il caso è arrivato in tribunale e l’ultima notizia è che il giudice ha preso precauzioni, tanto che la squadra della torre di sfratto è paralizzata mentre si decide la questione. Ed è quello che sta accadendo adesso, con l’ultima sentenza del Contenzioso Amministrativo Numero 1 di Cáceres. In esso veniva rigettato il ricorso presentato da Retevisión contro la delibera comunale.
Il giudice ha invocato una decisione, che ha consentito il ricorso, per cui l’accordo plenario di Cáceres si è limitato a “formulare (…) la proposta di abolizione dell’autorizzazione all’occupazione a suo tempo concessa”, fino a quando Retevisión non fosse chiesto di esprimere la propria disponibilità ad accettare o meno entro il termine di un mese.
Il giudice ha precisato che se l’Amministrazione Comunale avesse concesso carta bianca per la risoluzione definitiva del contratto con la società, non lo avrebbe sollecitato a manifestare la propria accettazione ma piuttosto “avrebbe avvertito il ricorrente che, qualora non eseguisse volontariamente, procederà con l’esecuzione forzata”. In tal modo, il Tribunale amministrativo-opposizione comprende che l’esercizio dell’azione giudiziale dinanzi alla giurisdizione civile per dichiarare la decadenza di tale autorizzazione, qualora Retevisión non sia d’accordo. Pertanto, conclude, “è opportuno rigettare il ricorso e confermare il consenso impugnato”.
Autorizzazione
Nella seduta plenaria cittadina di marzo è stata annullata la richiesta di rimborso avanzata da Retevisión contro la decisione del comune discussa in altra seduta a novembre 2021 per la rimozione dell’antenna.
Quello che ha fatto Consitori è negare le accuse dell’operatore, accettando di porre fine all’autorizzazione concessa nel 1982 per occupare l’edificio Peña Redonda e, allo stesso tempo, “imporre a Retevisión che entro tre mesi proceda alla rimozione di tutte le antenne” e di altri dispositivi di trasmissione. .
L’avvertimento della città è che se Retevisión si oppone, verrà intrapresa un’azione legale affinché la fine del rapporto sia dichiarata definitiva in tribunale.
La rimozione dell’antenna causerebbe problemi per la visione della televisione nella “maggior parte” di Cáceres, secondo Retevisión
Il contenzioso amministrativo ha confermato la delibera del comune che concede tre mesi per rimuovere l’ordigno dalla Torre del Trabajo. Restano però alcuni dubbi. Primo, se il caso continuerà in tribunale.
Ciò può avvenire attraverso un nuovo ricorso da parte della società, ritenuta lesa, o del Comune, in questo caso a garanzia della restituzione della sicurezza all’immobile.
Le perizie dei tecnici comunali hanno verificato che la torre presenta vari difetti e patologie. A ciò si aggiunge che si tratta di un bene inserito nel catalogo dei beni protetti. Gli stessi tecnici hanno dimostrato la necessità di un intervento “rimedio” per arrestare lo sviluppo della patologia.
Di fronte a ciò, Retevisión ha difeso di essere una squadra che fornisce “un servizio pubblico essenziale a tutti i cittadini di Cáceres” e che il suo ritiro potrebbe causare gravi interferenze con problemi di ricezione del segnale televisivo in molte case. “La demolizione non necessaria rimuoverà i servizi” da “ampie porzioni” della città, ha avvertito.
Di fronte a questo, Consigliori ha offerto una soluzione. “Siamo aperti a esplorare altre opzioni, ma preservando il patrimonio storico-artistico”, ha avvertito l’Assessore all’Urbanistica, José Ramón Bello. Il sindaco ha anche minimizzato l’impatto allora, dato che la tecnologia è cambiata negli ultimi anni e la maggior parte dei residenti ora guarda la televisione su Internet tramite fibra ottica.
Il Concistoro è disposto a intentare una causa se la rimozione dell’antenna non viene completata entro il termine stabilito.
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